Meglio il contatto libero con la natura che la paura della cepacia

autore

Anna

Domanda

Buongiorno, ho una figlia di 1 anno e tre mesi, fc atipica, genotipo lieve. Da poco abbiamo appreso che i vegetali in decomposizione sono pericolosi per la presenza della Burkholderia cepacia. Abbiamo chiesto al nostro centro, che ci ha rassicurato sul fatto che questo batterio riguarda solo la decomposizione dei residui di cipolle, per lo più di tipo biologico e che, almeno nel nostro centro, sono moltissimi anni che non trattano più nessun caso di infezione da B. cepacia. Il timore ci è rimasto e abbiamo tolto tutte le piante dal terrazzo e quando andiamo al parco stiamo col patema d’animo, nel timore che, cadendo, la bimba possa venire in contatto con delle foglie morte. E’ un vero strazio non lasciarla correre così come vorrebbe fare. Come ci dobbiamo comportare? Le foglie morte, i parchi, le fioriere … c’è da diventare pazzi. Grazie

Risposta

Non è raro che genitori di bambini con fibrosi cistica vivano con ossessione il pericolo di acquisire batteri patogeni dall'ambiente. Qui è in causa il batterio Burkholderia cepacia, che può colonizzare in qualche caso l'albero respiratorio di soggetti con fibrosi cistica, peraltro con frequenza sempre più rara (per merito del migliore igiene ospedaliero, ma soprattutto per le migliori condizioni di crescita che oggi si ottengono nei bambini con FC). Si sa che molti batteri hanno questa funzione biologica di degradare materiale biologico, una specie di funzione di pulizia e riciclo cui la natura provvede preziosamente. Tra questi c'è la B. cepacia, così chiamata perché isolata la prima volta da cipolle (in latino "cepacia") in decomposizione: tuttavia il batterio fa parte di quelli ubiquitari, che si trovano cioè un po' dappertutto. Non è la presenza di B. cepacia o di altri batteri nell'ambiente che ci circonda la causa dell'annidamento di alcuni di questi nei bronchi dei soggetti con fibrosi cistica, ma è la natura della malattia che fa si che non vengano abbastanza rimossi dalle vie aeree i batteri che abitualmente tutti in qualche misura inaliamo.



Ci permettiamo di suggerire di non vedere l'ambiente di casa, i vasi di fiori, i parchi, le foglie morte, come possibili sorgenti di danno per una bambina. Non si vivrebbe più e sarebbe del tutto inutile prendere le precauzioni che questi genitori vorrebbero prendere. Tornino le piante sulla terrazza, si faccia vivere la bimba liberamente all'aria aperta e in contatto con la natura: un tale stile di vita, unito alle cure per rendere normale la crescita e più efficienti le difese dell'organismo, saranno più forieri di salute e di normalità che il pensare di ricorrere alla classica "campana di vetro", che qui è del tutto fuori luogo.