Il pneumotorace consiste nella fuoriuscita di aria dal polmone nel cavo pleurico. È una complicanza dovuta a rottura spontanea di una bolla superficiale del polmone, magari facilitata da un forte colpo di tosse. Queste bolle sottopleuriche sono l’esito della progressiva distensione di alveoli polmonari a causa di ostruzione a valvola di bronchi periferici. Il dolore è espressione dell’infiammazione della pleura nella zona di rottura e di raccolta dell’aria. In genere il dolore è più forte nell'inspirazione profonda. Queste rotture possono avvenire e decorrere senza febbre. La raccolta d’aria se moderata tende a risolversi spontaneamente nel giro di 2-3 settimane. Quando la raccolta è eccessiva, non regredisce spontaneamente e disturba la respirazione si può ricorrere ad un drenaggio chirurgico: attraverso un piccolo foro sulla parete toracica, in corrispondenza della raccolta d’aria, viene inserito un tubicino nel cavo pleurico per scaricare l’aria che mano a mano si produce. Talora si può avere un pneumotorace ipertensivo, quando l’aria entra nel cavo pleurico ma non rientra nel polmone a causa di una specie di valvola nella parete pleurica che lascia uscire l’aria ma ne impedisce il rientro. In ogni caso sono situazioni ben curabili. Quando il pneumotorace tende a ripetersi si può ricorrere a un grattamento chirurgico della pleura o all'inserimento nel cavo di sostanze irritanti: lo scopo è quello di creare un’adesione tra i due foglietti del cavo pleurico (quello che ricopre la parete toracica e quello che riveste il polmone) in modo da impedire l’accesso di aria al cavo pleurico attraverso la rottura di superficie.