Gli studi dimostrano che il 5-10% dei casi di oligo/azoospermia è correlato ad
anomalie genetiche. All'interno dell'iter di definizione diagnostica vengono pertanto prescritte una
serie di indagini volte a diagnosticare che tipo di anomalia sia eventualmente presente.
Per indagare se siano in gioco anomalie
cromosomiche viene eseguita l'indagine chiamata
cariotipo (o mappa cromosomica), che ha l'obiettivo di valutare la presenza di anomalie di numero o di struttura a carico dei cromosomi.
Un altro tipo di analisi consiste nella ricerca di
delezioni (perdita) di alcuni frammenti del braccio lungo del cromosoma Y. Questi frammenti contengono geni importanti per la
produzione degli spermatozoi. Negli ultimi anni sono stati identificati numerosi geni localizzati in una particolare regione del cromosoma Y chiamata AZF (
Azoospermia Factor), a sua volta suddivisa nelle sottoregioni AZFa, AZFb e DAZ o AZFc. Le regioni AZF vengono sempre trasmesse al figlio maschio.
I marcatori sY254 e sY255 appartengono alla regione AZFc. In questo caso sono riferiti mancanti e tale alterazione potrebbe essere responsabile dell’
azoospermia. Questo problema richiede la competenza di un esperto di anomalie dei cromosomi (chiamato citogenetista) e si consiglia di trattare con lui in modo approfondito il tema specifico.
Infine, si può indagare la presenza di
anomalie genetiche. Data la frequenza della malattia, viene eseguito il
test molecolare per la ricerca delle principali mutazioni del gene della fibrosi cistica (CFTR). L’esecuzione di questo test è indispensabile nei casi di infertilità maschile da azoospermia o grave oligospermia da ostruzione o agenesia dei dotti deferenti (CBAVD).
Non abbiamo informazioni se questo sia il caso di chi scrive. Viene riferito comunque che il test ha diagnosticato la presenza di una mutazione del
gene CFTR c.1736A>G (conosciuta anche con la sigla D579G), che è mutazione rara, con effetti clinici molto variabili e può essere o non essere associata a fibrosi cistica, qualora accompagnata da una seconda mutazione CFTR. Non sapendo quanto approfondito sia stato il test genetico eseguito, non possiamo entrare nel merito del significato della presenza di questa mutazione nel soggetto che scrive.
Anche qui va consultato un esperto (genetista molecolare).
Nel caso in cui un membro della coppia sia
portatore sano di fibrosi cistica e il partner negativo per le principali mutazioni responsabili di fibrosi cistica, la coppia ha un rischio intermedio, di poco superiore a quello della popolazione generale, di trasmettere ai figli la fibrosi cistica o condizioni CFTR-correlate. In questi casi, non sussistono le condizioni per proporre alla coppia accertamenti prenatali/preimpianto specifici in caso di gravidanza.
Il
rischio specifico della coppia può essere calcolato caso per caso dallo specialista badandosi sul rischio residuo di essere portatore sano del partner che è risultato negativo al test.
Ci sembra che le indagini eseguite abbiano indicato problemi molto particolari, per i quali è indispensabile un colloquio diretto di consulenza genetica.
Riguardo al quesito finale sulla possibilità di ricorrere alla
diagnosi genetica preimpianto (PGT,
Preimplantation Genetic Testing nella corrente dicitura), dobbiamo riferire che le
linee guida del Ministero della Salute stabiliscono che possa essere utilizzata quando la coppia ha rischio di figli affetti da malattie genetiche gravi. Per quanto riferito, ci sembra di capire che in questa coppia non vi è rischio di fibrosi cistica in forma completa e quindi grave. Vi è rischio che un figlio maschio sia infertile, ma l’infertilità non rientra nelle indicazioni della PGT.