A proposito dei permessi per chi assiste familiari in condizione di handicap

autore

Elena

Domanda

Buongiorno, vorrei chiedere il vostro parere circa l’utilizzo delle ore di permesso legge 104 ovvero se ne è consentito l’utilizzo per accompagnare il disabile a una gita oppure se tali permessi sono fruibili solo per motivi strettamente legati alle cure mediche.
Ringrazio per la competenza e sensibilità con cui rispondete alle domande.

Risposta

Leggendo la normativa, vediamo che i permessi ex art. 33 della Legge 104/92 sono riconosciuti a chi assiste familiari in condizione di handicap, riconosciuti tali dalle competenti Commissioni Medico Legali nella condizione di gravità (art. 3 comma 3 della Legge), consentendo a questi di prendersene cura. In quel “prendersi cura” è racchiuso quanto già presente nel titolo della Legge, ovvero «garantire l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone riconosciute in stato di handicap». La cura pertanto non è intesa solo ed esclusivamente in senso medico, ovvero come somministrazione di terapie o di assistenza al malato, ma diventa un vero e proprio interessamento dell’altro che vive, a causa della sua patologia, una condizione di svantaggio tale da avere la necessità dell’aiuto e dell’attenzione (assistenza) di un’altra persona. Il familiare chiamato a questo compito spesso si occupa del familiare per molte ore al giorno, tutti i giorni, sicuramente per un tempo maggiore rispetto a quanto la norma consente attraverso il riconoscimento dei 3 giorni al mese. Nella situazione rappresentata quindi non si legge nessuna preclusione a tale azione se questa, per una maggiore tutela del bambino affetto da una patologia come nel caso la fibrosi cistica, è considerata necessaria. Ricordiamo che, nel caso della fibrosi cistica l’accompagnatore può vedersi necessario anche in considerazione dell’età dell’assistito e del suo stato di salute, per aiutarlo a gestire improvvise situazioni e necessità riconducibili alla patologia (“garantire l’assistenza”) senza limitarlo nella partecipazione all’evento (“diritto”) consentendo così lo svolgimento della vita sociale (“integrazione sociale”).
Dott.ssa Vanessa Cori - Assistente Sociale, Lega Italiana Fibrosi Cistica Onlus, Roma