Nel caso descritto in questa domanda sono di gran lunga maggiori le probabilità che un futuro bambino non sia affetto da fibrosi cistica (FC) rispetto a quelle di essere invece malato. Avrebbe comunque una probabilità del 50% di essere portatore sano della sua stessa mutazione.
È possibile ridurre ulteriormente il rischio riproduttivo della coppia eseguendo un test di 2 e 3 livello di indagine nel partner. Il sequenziamento (2 livello) e l’analisi delle macrodelezioni (3 livello) aumenta la ricerca delle mutazioni, consentendo una maggiore sensibilità diagnostica (chiamata anche detection rate). Tuttavia, queste analisi non di rado identificano nuove (o rare) varianti per le quali può essere difficile stabilire se causino effettivamente FC o meno. Per questo motivo si preferisce analizzare pannelli estesi di varianti patogenetiche a effetto ben definito, come quello già eseguito da chi ci scrive, ottenendo un buon compromesso tra detection rate e rischio di non poter definire le conseguenze di una variante.
In generale la mutazione R334W è associata a sufficienza pancreatica ma per quanto riguarda sintomi, qualità e durata della vita non è possibile fare una previsione, non essendo nota l’ipotetica seconda mutazione. In ogni caso, la variabilità genetica e ambientale, nonché le terapie, rendono la correlazione tra mutazioni e impatto della malattia difficilmente prevedibile.
Il nostro consiglio è che se un genitore sa di essere portatore FC, è bene certamente avvisare il personale del punto nascita in cui avverrà il parto del figlio. Questo potrà favorire l’interpretazione dei risultati di screening neonatale.
Infine, in accordo con un atteggiamento prevalente nella letteratura scientifica e nella pratica diagnostica, le tecniche di diagnosi genetiche preimpianto e prenatale sono da riservarsi a coppie formate da individui entrambi portatori di una mutazione che causa fibrosi cistica. Pertanto nel caso presentato nella domanda, in cui è stata identificata la sola mutazione R334W non è indicato ricorrere alla diagnosi preimpianto, in quanto non diagnostica di malattia.
Dott. Carlo Castellani, Direttore scientifico FFC Ricerca