Allo stato attuale delle conoscenze, per i pazienti con fibrosi cistica valgono le stesse note riferite alla
popolazione generale. Per quanto riguarda le cure più specifiche menzionate da chi ci scrive, riportiamo le seguenti note.
L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) non ha ancora approvato l’uso di
anticorpi monoclonali per il trattamento della malattia Covid-19. In Italia, attraverso un Decreto del Ministro della salute aggiornato a metà luglio, si è deciso di autorizzarne l’uso, seppur in via temporanea, nei pazienti portatori di alcune malattie di base, tra le quali è compresa la fibrosi cistica. Gli anticorpi monoclonali devono essere prescritti dai sanitari responsabili del paziente, nei primi giorni (massimo dieci) della malattia da coronavirus e devono essere somministrati in centri specialistici, in grado di far fronte agli eventuali effetti collaterali associati.
Ricordiamo che questo tipo di terapia consiste nella somministrazione di particolari proteine, gli anticorpi monoclonali appunto, progettate per attaccare la famosa proteina spike del virus SARS-CoV-2 e neutralizzarne l’effetto.
Per quanto riguarda l’uso del
plasma iperimmune, la strategia consiste nel trattare persone con il Covid-19 con parte del sangue (il plasma) di persone guarite dall’infezione, contenente anticorpi contro SARS-CoV-2. Segnaliamo che uno studio (
questo) promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Agenzia regolatoria del farmaco in Italia (AIFA) ha evidenziato che l’uso del plasma iperimmune
non è associato a benefici significativi per i pazienti e non riduce il rischio di peggioramento respiratorio o morte. Non è quindi una terapia prescrivibile a soggetti affetti da Covid-19.