Una nuova molecola per combattere Burkholderia cenocepacia

Una nuova molecola per combattere Burkholderia cenocepacia
Con questa ricerca, nata dal progetto FFC#10/2012, è stato possibile caratterizzare un nuovo composto, appartenente alla famiglia dei benzothiadiazoli, che mostra un effetto battericida contro B. cenocepacia.

Burkholderia cenocepacia è un patogeno pericoloso in fibrosi cistica (FC), in quanto altamente resistente agli antibiotici e in grado di provocare infezioni fatali. Pochissimi centri ammettono nelle liste per trapianto i pazienti che ne sono portatori.
La mancanza di farmaci efficaci contro questo patogeno opportunista, insieme all’alto livello di resistenza a diversi antibiotici, rende il trattamento delle infezioni che provoca particolarmente difficile. Ecco che, con la ricerca finanziata grazie al progetto FFC#10/2012, coordinato da Giovanna Riccardi (Dip. di Biologia e Biotecnologie, Università di Pavia), è stato possibile caratterizzare un nuovo composto, appartenente alla famiglia dei benzothiadiazoli e indicato con il codice 10.126.109, che mostra un effetto battericida contro B. cenocepacia. Il composto risulta non citotossico ed efficace contro isolati clinici di B. cenocepacia e membri di tutte le specie note di B. cepacia complex.
In articoli precedenti, i ricercatori avevano identificato due meccanismi che conferiscono a Burkholderia resistenza agli antibiotici tradizionali: essi sono basati soprattutto sulla produzione eccessiva delle pompe di efflusso chiamate RND-4 e RND-9. Le pompe di efflusso sono complessi, costituiti da tre o più proteine, localizzati sulla membrana esterna o interna dei batteri: esse conferiscono capacità di espellere un farmaco (in questo caso con azione di antibiotico).
Gli autori del lavoro hanno pertanto voluto studiare il meccanismo di resistenza anche nei confronti di questa nuova molecola; tale meccanismo è ben descritto nel lavoro e si basa sulla sovra-espressione della pompa di efflusso RND-9, indicando così, ancora una volta, il ruolo centrale dei trasportatori di efflusso nella resistenza di B. cenocepacia ai farmaci.

In conclusione si può dire che l’uso di nuovi inibitori di pompe di efflusso in grado di bloccare questi specifici trasportatori, accoppiato a nuovi farmaci in grado di interferire con la crescita di B. cenocepacia, sembra di primaria importanza per combattere il patogeno.
La ricerca è stata condotta nell’ambito del progetto FFC#10/2012, coordinato da Giovanna Riccardi (Dip. di Biologia e Biotecnologie, Università di Pavia), adottato da Associazione Trentina FC in ricordo di Zaira Tutino; Delegazione FFC di Palermo in ricordo di Elisa Pepe; Delegazione FFC di Imola.

Finding new molecules active against B. cenocepacia is of great importance, as this pathogen is capable of causing fatal infections, which may even lead the patient not to be accepted as a transplant candidate.
In this paper, thanks to FFC project #10/2012, a new compound, belonging to the 2,1,3-benzothiadiazol-5-yl family (10.126.109), is described. The compound has been shown to be not cytotoxic and effective against B. cenocepacia clinical isolates and members of all the known B. cepacia complex species.
Moreover, the mechanism of resistance to this new compound, which relies on the overexpression of RND-9 efflux pump, has been disclosed. All these data support the previous studies on the role of B. cenocepacia efflux transporters in drug resistance.
Therefore, the use of new efflux inhibitors able to block these specific pumps coupled to new drugs able to interfere with B. cenocepacia growth, seems of primary importance in order to fight this opportunistic pathogen.

1. V. C. Scoffone, O. Ryabova, V. Makarov, P. Iadarola, M. Fumagalli, M. Fondi, R. Fani, E. De Rossi, G. Riccardi and S. Buroni. Efflux-mediated resistance to a benzothiadiazol derivative effective against Burkholderia cenocepacia. Frontiers in Microbiology, August 2015. www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4525489/

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