Sei in Home . Informati . Domande e Risposte . Endometriosi in donna portatrice sana di FC e problemi per la procreazione medicalmente assistita

23 Novembre 2010

Endometriosi in donna portatrice sana di FC e problemi per la procreazione medicalmente assistita

Autore: Leila
Domanda

Salve, ho 34 anni e sono stata operata due mesi fa per endometriosi di 3° grado (ovaie, vescica, intestino, fegato). Mi rimane l’adenomiosi e sono stata indirizzata alla prima come unica possibilità per avere un bambino. Agli esami genetici il mio compagno risulta negativo per la FC, mentre io ho una mutazione W1282X con polyT T7/T9. Mi consigliano sul referto una consulenza genetica. Da quello che ho letto sul vostro sito si tratterebbe di far fare uno screening di 2° livello al mio compagno. Noi viviamo in Friuli-Venezia Giulia e da quello che ho letto sul sito il nostro esame genetico coprirebbe il 75% delle mutazioni possibili. Con uno screening di 2° livello posso arrivare al 90-95% di identificazione di mutazioni? Può essere di impedimento o può realizzarsi una combinazione pericolosa il fatto che lui sia portatore sano di anemia mediterranea? Questa mia mutazione CFTR può essere la causa della mia endometriosi? O può contribuire alla riduzione della mia fertilità già minata dall’endometriosi? Cioè anche essere portatrice sana di fc riduce la fertilità? Visto che devo fare la PMA, la situazione attuale in Italia mi permette una diagnosi preimpianto, in modo tale da escludere di impiantare un embrione malato? O devo andare all’estero per poter essere sicura che non mi impiantino sapendolo un embrione malato? Vi ringrazio tantissimo. Saluti e auguri per la vostra missione.

 

Risposta

Il fatto che il partner sia portatore di anemia mediterranea non ha niente a che vedere con la probabilità di essere portatore del gene CFTR e non ha nessuna implicazione sul rischio di avere un figlio con FC. Fibrosi cistica e anemia mediterranea sono due malattie genetiche che hanno la stessa modalità di trasmissione ereditaria. Questa modalità si dice “autosomica recessiva”: ad ogni gravidanza una coppia di portatori sani dell’uno o dell’altro carattere genetico ha un rischio elevato (1 su 4) di avere una figlio malato. Ma il gene responsabile di FC e quello responsabile di anemia mediterranea è su cromosomi diversi e non c’è nessuna relazione fra i due e nessun rischio aggiuntivo determinato dalla presenza dell’uno rispetto all’altro.

Il fatto che una donna sia portatrice di una mutazione del gene CFTR, per quanto se ne sa, non ha relazione con il problema dell’endometriosi. Quello che oggi si suppone è che la donna con FC (ma non la “semplice” portatrice FC) possa avere una condizione di ipofertilità e quindi difficoltà ad avviare una gravidanza per vie naturali, perchè il muco a livello del collo dell’utero è particolarmente denso e forse più in generale sono le secrezioni delle cellule epiteliali uterine ad essere alterate. In particolare sembra dimostrato che esse abbiano un difetto, dovuto proprio al gene CFTR mutato, nella secrezione di bicarbonato. In assenza o carenza di bicarbonato gli spermatozoi hanno una ridotta capacità di fertilizzare l’ovocita. Su questo argomento si possono leggere su questo sito varie risposte (1,2).

La consulenza genetica è sempre raccomandata in accompagnamento al test genetico per il portatore FC ed è indispensabile in un caso come questo in cui lei è risultata portatrice di un mutazione del gene CFTR, mentre lui è risultato “negativo” al test di primo livello. Il rischio che la coppia abbia un figlio con FC si stima in questa situazione intorno a 1 su 400 circa. Questo rischio naturalmente è maggiore di quello delle coppie in cui entrambi risultano negativi al test; ma è minore di quello in cui entrambi risultano portatori (che è 1 su 4 ad ogni gravidanza). Si dice che è un rischio “intermedio” e su questo argomento si possono trovare sul sito moltissime risposte (scrivere “rischio intermedio” nel motore di ricerca del sito)

Se il partner chiede un approfondimento dell’indagine genetica (test di 2° livello) e risulta negativo anche a questa, il rischio di avere un figlio con FC scende ad 1 su 1000 circa. Questo perchè con un test genetico di 2° livello è possibile arrivare ad identificare circa il 90% delle mutazioni, dipende dal tipo di test che il laboratorio adotta. Il laboratorio è tenuto anche ad indicare la stima del “rischio residuo di essere portatore” quando anche a questo test il soggetto risulta negativo. Poichè la madre è portatrice sana di una mutazione CFTR, il figlio inoltre ha il 50% di probabilità di ereditare la mutazione materna e il 50% di probabilità di non ereditarla.

La diagnosi genetica sul feto o sull’embrione che ha un rischio di malattia FC stimato intorno a 1 su 1000 nelle strutture pubbliche non viene eseguita, perchè la si ritiene indicata solo se feto o embrione hanno un rischio elevato di malattia FC (da 1 su 4 a 1 su 100 circa). Oltre che non essere indicata in base all’entità del rischio genetico, la diagnosi genetica avrebbe una parziale utilità in quanto potrebbe diagnosticare nell’embrione solo la presenza o assenza dell’unica mutazione che nella coppia è stata identificata (in questa coppia quella di cui è portatrice la madre). Quindi, la diagnosi genetica potrebbe escludere il rischio di malattia FC solo nel caso in cui diagnosticasse che l’embrione non è portatore della mutazione materna. Infatti in questa condizione, anche se il padre fosse portatore di una mutazione non riconosciuta dal test genetico e l’avesse trasmessa all’embrione, comunque non ci sarebbe la malattia FC, perchè l’embrione è affetto se ha due mutazioni CFTR. Invece la diagnosi genetica non potrebbe escludere il rischio di malattia nel caso in cui l’embrione risultasse portatore della mutazione materna (in questo caso, se ci fosse anche un’altra mutazione sconosciuta, allora le mutazioni CFTR sarebbero due).

Oggi è possibile per la coppia che ha una condizione di infertilità accedere alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) e chiedere (e ottenere) una diagnosi genetica preimpianto nel caso in cui l’embrione abbia rischio elevato di grave patologia. Varie sentenze di tribunali hanno di fatto modificato le norme della Legge 40 che la impedivano. Però nel caso di questa coppia, composta da una portatrice e da un partner negativo al test genetico di primo (e supponiamo anche di secondo) livello, la diagnosi genetica, come detto sopra, dovrebbe essere applicata per un rischio modesto di malattia FC; e inoltre avrebbe lo scopo di selezionare embrioni diagnosticati solo portatori di una mutazione CFTR, non diagnosticati affetti da malattia FC.

Il problema ci sembra molto complesso e molto delicato. Andrebbe prima di tutto “compreso” bene dalla coppia attraverso la consulenza genetica diretta con genetisti esperti di FC. La consulenza genetica non può assolutamente essere sostituita da queste informazioni.

1) Progressi di Ricerca,”Proteina CFTR nella mucosa uterina e ridotta fertilità femminile in FC , 26/04/05
2) Domande e Risposte “Ipofertilità nelle donne FC“, 08/08/06

 

G. Borgo


Se hai trovato utile questa risposta, sostieni la divulgazione scientifica

Dona ora