Sei in Home . Informati . Domande e Risposte . Procreazione Medicalmente Assistita e polimorfismo Poli-T

23 Giugno 2006

Procreazione Medicalmente Assistita e polimorfismo Poli-T

Autore: Caterina
Domanda

Io e mio marito stiamo iniziando il percorso PMA e da un esame fatto su di me per la ricerca di fibrosi cistica è risultato che sono omozigote non mutata ma con eterozigosi 5T/7T. che problemi potrebbero esserci per un probabile figlio? grazie

Risposta

Il tema del polimorfismo Poli-T è stato trattato in varie altre occasioni: rimandiamo per esempio alla riposta del 19/05/06

“Frequenza e significato dei polimorfismi Poli-T” per alcune informazioni di base. Ma è un tema che ritorna perché le coppie infertili che affrontano il percorso per una Procreazione Medicalmente Assistita hanno incluso nel loro “pacchetto diagnostico” il test genetico per il portatore del gene CFTR, che consiste nella ricerca delle più comuni mutazioni e oltre a queste l’indagine per il polimorfismo Poli-T.

Questa seconda indagine è un esempio di come oggi può succedere che la genetica dia informazioni che sono fonte di problemi più che di certezze e questo capita soprattutto quando la tecnica disponibile diagnostica particolarità del nostro DNA di cui non si sa ancora pienamente il significato.

In un frammento del gene della fibrosi cistica (gene CFTR) si trova il tratto Poli-T, che è soggetto ad una certa variabilità (=polimorfismo). Se prendiamo gli individui della popolazione generale, circa l’80% possiede la variante 9T, il 15% la variante 7T, mentre nel 5% è presente la variante 5T. Mentre le varianti 7T e 9T sono innocue, la variante 5T deve essere presa in considerazione perché in condizioni molto particolari può avere implicazioni nel funzionamento normale del gene CFTR e di conseguenza nella produzione di una normale quantità di proteina CFTR, quindi in definitiva nella possibilità di produrre sintomi correlati alla malattia fibrosi cistica.

Ma per sapere se 5T è un tratto genetico “rischioso” è necessario un approfondimento dell’indagine genetica, che consiste nella ricerca del tratto TG. Il TG è un altro polimorfismo del gene CFTR, di lunghezza variabile. Solo se 5T si accompagna ad un tratto TG “lungo” (= maggiore di 12 basi TG ), il T5 deve essere preso in considerazione, diversamente la sua presenza non ha nessuna implicazione pratica.

Se il risultato è: T5 accompagnato da TG maggiore di 12, a quel punto per lo stato di salute della donna, per quanto ne sappiamo, non vi sono problemi (1), ma bisogna valutare eventuali implicazioni per una gravidanza.

Infatti se l’altro genitore (in questo caso il padre) fosse portatore di una mutazione “classica” del gene CFTR, il figlio potrebbe ereditare dal padre la mutazione classica e dalla madre il tratto 5Taccompagnato da TG maggiore di 12. Questa particolare combinazione genetica, per quello che oggi si sa, potrebbe determinare un quadro di fibrosi cistica lieve, completamente diverso dalle forme di fibrosi cistica classica.

Le forme di fibrosi cistica classica sono quelle con sintomi cronici respiratori e intestinali , evoluzione peggiorativa e disponibilità di cure, ma non risolutive.

Le forme di fibrosi cistica lieve hanno sintomi molto sfumati, evoluzione benigna, necessità molto minore di cure (anche nessuna). Le forme di FC lieve con genotipo composto da una mutazione classica e 5T-TGmaggiore di 12 non sono oggetto di diagnosi prenatale durante la gravidanza, proprio perché la diagnosi prenatale è utilizzata per conoscere la presenza di gravi patologie e non di quadri clinici “minori” e di significato incerto, ma sicuramente non grave, come le forme di FC lievi..

Quindi dopo che uno dei due ha avuto al test genetico per FC il risultato: assenza di mutazioni , ma presenza di 5Taccompagnato da TG maggiore di 12, bisogna decidere se anche l’altro deve fare il test . Se l’altro decide di fare il test e non risulta portatore di nessuna mutazione, il risultato è ampiamente rassicurante : non vi è rischio di FC né classica né lieve. Se risulta portatore di una mutazione del gene CFTR, le implicazioni sono quelle dette sopra.

Non è semplice decidere, ed è la coppia che, una volta informata accuratamente, deve decidere se procedere o fermarsi con le indagini. Deve interrogarsi su come si sente di affrontare il sentimento d’incertezza che queste informazioni producono; se desidera approfondire al massimo le indagini, pur sapendo che queste potrebbero mettere in luce il rischio, per il figlio tanto desiderato (tanto più quanto per averlo si affronta una Procreazione Assistita), di un problema di salute non grave, ma dai contorni poco

prevedibili.

1) Morea A, Cameran M et all “Gender-sensitive association of CFTR gene mutations and 5T allele emerging from a large survey on infertility ” Mol Hum Reprod 2005; 11(8) ,607-614

Dr Graziella Borgo


Se hai trovato utile questa risposta, sostieni la divulgazione scientifica

Dona ora