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17 Ottobre 2008

Test genetico FC: quando procedere con indagini di 2° e 3° livello

Autore: Lella
Domanda

Volevo cercare di capire un po’ di più riguardo al test genetico per FC. Come mai ci sono persone che facendo il test individuano mutazioni rare e a volte sconosciute? A noi hanno fatto fare un test di primo livello e ci è stato detto che le mutazioni testate sono le più diffuse. Nel nostro caso è stata riscontrata una mutazione, ma non ci è stato consigliato di fare altro. Allora si può fare di più! Fino a che livello di indagini si può arrivare? Ringrazio anticipatamente.

 

Risposta

Il test genetico per fibrosi cistica può essere eseguito per mezzo di indagini diverse, che si caratterizzano per diversi tempi di esecuzione, tecnologie, costi (1). L’indagine di primo livello consiste nella ricerca delle mutazioni del gene CFTR più frequenti nella popolazione.

Si esegue con queste tecniche: Reverse Dot Blot = RDB, Oligonucleotide Specific Allele = ASO, Amplification Refractory Mutation System = ARMS, Oligonucleotide Ligation Assay = OLA.

L’indagine di secondo livello (Denaturing Gradient Gel Electrophoresis = DGGE , Denaturing High performance Liquid Cromatography =DHPLC, Sequenziamento diretto del gene) utilizza tecniche che permettono il riconoscimento non solo delle mutazioni ma anche di altre variazioni della sequenza del gene, chiamate anche “polimorfismi del DNA”. Di queste ultime talora non si conosce l’effetto clinico, cioè non si sa se comportino malattia oppure siano assolutamente innocue, prive di effetti clinici.
Nonostante l’applicazione di analisi di primo e secondo livello non si riesce ad identificare la mutazione o le mutazioni presenti nel corredo genetico del 10% circa dei soggetti che sono stati diagnosticati come malati FC in base alla clinica. Questo vuol dire che, nonostante l’applicazione di analisi di primo e secondo livello, sfuggono ancora all’identificazione una certa quota di mutazioni. Il terzo livello di indagini è quello che mira a scoprire le mutazioni non identificate dalle indagini di primo e secondo livello: queste mutazioni sono talora il frutto di cambiamenti molto vasti e complessi nella sequenza del gene (riarrangementi genomici) e una tecnica per identificarle è stata messa a punto negli ultimi anni (è la tecnica detta QMPSF = quantitative Multiplex Polymerase Chain Reactions of Short Fluorescent Fragments).

Il fatto di usare un tecnica di primo o secondo o terzo livello dipende dallo scopo per cui il test genetico FC viene eseguito: se deve servire come screening, sia screening della malattia alla nascita fra tutti i neonati, sia screening del portatore nelle coppie che vogliono avere figli, si usa una tecnica di primo livello, perchè più rapida e meno costosa. Se si usasse una tecnica di secondo o terzo livello, è vero che si potrebbero identificare un maggior numero di mutazioni (che sono comunque mutazioni più rare), ma bisognerebbe accettare tempi più lunghi e costi più elevati.

E anche il rischio non piccolo che siano diagnosticate, invece che mutazioni, varianti dal significato sconosciuto, con risultati molto confondenti per chi ha eseguito il test.

Per queste ragioni le indagini di secondo e terzo livello sono riservate a particolari situazioni, per esempio quando vi sono diagnosi incerte di malattia fibrosi cistica oppure quando la coppia che vuole figli ha un rischio molto alto di avere figli con FC, come nel caso della coppia formata da una donna malata e un soggetto della popolazione generale.

Una situazione particolare è, per certi aspetti, anche quella descritta nella domanda: una coppia che ha eseguito un test di primo livello (per sapere se sono portatori, supponiamo) e ha avuto un risultato di questo genere: uno portatore e l’altro non portatore. Avendo eseguito un test di primo livello, questa coppia ha un rischio di avere figli con FC che si può stimare intorno a 1 su 400-500. Questo rischio è detto rischio intermedio (una via di mezzo fra il rischio elevato e rischio basso). In questa situazione, nelle strutture pubbliche italiane e nella comunità scientifica FC italiana non si ritiene opportuno procedere con test di secondo livello nel partner risultato negativo: i vantaggi che la coppia ne avrebbe (possibile ulteriore diminuzione del rischio di avere un figlio malato) sarebbero superati dagli svantaggi (rischio di risposte non interpretabili). Sul problema del rischio intermedio abbiamo dato altre risposte, si può vedere quella del 27/12/05 “Ancora sui test preconcezionali dello stato di portatore FC“.

1) www.snlg.it-iss.it “Modelli di Analisi Genetica per la fibrosi cistica”

 

G. Borgo


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