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24 Aprile 2020

Pandemia Covid-19. Problemi del ritorno al lavoro

Autore: Rossella
Domanda

Salve sono la mamma di un bimbo FC di 5 anni. Abitiamo a Milano, lavoro presso uno studio dentistico come assistente alla poltrona. Al momento sono in malattia, per tutelare il mio bimbo.
Salvo nuove disposizioni, lo studio presso cui lavoro, dal 3 maggio riaprirà i battenti e io ho moltissima paura di portare a casa qualsiasi cosa al mio bimbo. Vorrei sapere se ci sono dei nuovi decreti che ci tutelano per l’astensione dal lavoro. Io sono titolare di legge 104, ma non posso usufruire dei 12 giorni in più che hanno messo a disposizione perché mio marito percepisce l’assegno di disoccupazione; tra l’altro non vorrei usufruire del congedo parentale di 2 anni, di cui ho diritto, perché quel periodo potrà servire a mio figlio con il passare degli anni. Chiedo: nel caso dovessi per forza rientrare, rischio di poter esporre maggiormente a rischio la salute di mio figlio? Scusate ma sono davvero in uno stato di completa ansia e preoccupazione. Grazie.

Risposta

Ad oggi l’ultimo decreto emanato dal Governo risale al 17 marzo, il cosiddetto Decreto Cura Italia – DPCM 18/2020, nel quale sono state date indicazioni circa le agevolazioni che famiglie e lavoratori portatori di handicap possono richiedere durante l’emergenza Covid-19. Con successive circolari e messaggi da parte di Inps e Ministeri competenti, sono stati in seguito forniti chiarimenti sulla fruizione dei permessi, sull’iter da seguire per la presentazione delle domande, le eventuali incompatibilità e così via.

Come abbiamo visto, la data della cosiddetta “fase 2” ha già subito uno slittamento e, al momento, la riapertura è prevista per il 4 maggio; di fatto, quindi, le scadenze presenti nel decreto Cura Italia sono state automaticamente posticipate a tale data. A questo slittamento è però mancata una riprogrammazione di quelle che sono le agevolazioni rivolte alle famiglie e ai soggetti lavoratori portatori di handicap, i quali si trovano quasi tutti a oggi ad aver esaurito quelli che sono stati i primi benefici concessi; in particolare, parliamo del prolungamento del congedo parentale di 15 giorni retribuito al 50% per genitori di minori studenti e dei 12 giorni aggiuntivi di legge 104/92 da usufruire tra marzo e aprile.

Il Governo aveva annunciato un nuovo decreto per il mese di aprile, che ad oggi non è stato ancora emanato, preannunciando nuove misure aggiuntive per le famiglie e per i lavoratori. In tal senso, ci aspettiamo che siano tenuti in particolare considerazione i bisogni delle persone che si prendono cura quotidianamente di familiari affetti da malattie croniche, come nel caso della fibrosi cistica, dove il maggior rischio è dato da una malattia che vede nel danneggiamento dei polmoni la sua particolare espressione.

In assenza di nuove misure, soprattutto per le famiglie di pazienti cronici che vivono con particolare timore l’arrivo della fase 2, ovvero dover necessariamente riprendere quelle che sono le attività lavorative e quotidiane all’esterno della propria casa, con la paura di mettersi a rischio contagio o di portare nelle proprie case il virus, possiamo suggerire, sempre che non lo abbiano già fatto e sempre in accordo con il datore di lavoro, di usufruire di permessi e ferie arretrate o maturate e di utilizzare i 3 giorni di legge 104 che verranno maturati a maggio per fronteggiare i primi giorni del mese.

Ricordiamo che resta comunque a disposizione del familiare il congedo straordinario retribuito. Questo congedo, che consente al familiare di assentarsi per un periodo massimo di 2 anni nell’arco della vita lavorativa, mantenendo una retribuzione pari all’importo dell’ultima busta paga, è compatibile con le altre misure di emergenza erogate in questo periodo (non negli stessi giorni ma nello stesso mese) ed è frazionabile, pertanto può essere gestito con particolare attenzione dal richiedente al fine di prolungarne la durata.
Strategicamente, quindi, si consiglia di usufruirne evitando di includere i week-end, ovvero richiedendolo dal lunedì al giovedì, per poi rientrare un solo giorno a lavoro e ripetere la richiesta la settimana successiva; così facendo, ogni settimana saranno 4 e non 7 i giorni da computare al congedo straordinario, prolungandone il suo valore. Sappiamo bene che le famiglie di malati con fibrosi cistica, conoscendo la natura evolutiva della malattia, cercano di preservare questo congedo il più possibile, mantenendolo per situazioni di criticità future; è anche vero però che l’attuale situazione di emergenza sanitaria rientra negli eventi straordinari e impone di attuare oggi tutte le misure in proprio possesso per tutelare al meglio i propri figli o familiari affetti.

Siamo certi comunque che a breve il Governo provvederà a emanare nuove e urgenti misure per fronteggiare l’ulteriore periodo di isolamento e distanziamento sociale, e restiamo fiduciosi sul fatto che molte famiglie potranno godere di sostegni al reddito e al nucleo familiare come congedi e permessi legati all’emergenza e allo stato di handicap, così da poter affrontare i mesi successivi con le opportune tutele.

Dott.ssa Vanessa Cori - Assistente Sociale Lega Italiana Fibrosi Cistica


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