Le persone affette da fibrosi cistica presentano una
colonizzazione cronica delle vie aeree da parte di germi (
P. aeruginosa soprattutto) che, di regola, non sono dannosi per chi non ha la malattia ma che possono avere un impatto negativo sull’evoluzione del problema polmonare per chi, invece, ne è affetto.
Su questa base, sono state pubblicate delle
linee guida, riconosciute e applicate a
livello internazionale, che hanno lo scopo di limitare più possibile l’acquisizione dei germi maggiormente potenzialmente nocivi.
Tra le indicazioni raccolte, grossa importanza viene data alla necessità di limitare la possibile trasmissione dei germi da paziente a paziente, chiamata
cross infection, soprattutto nell’ambito delle strutture sanitarie ma anche a livello extra-ospedaliero.
In particolare, nell’
ambiente domestico viene consigliato a due soggetti FC conviventi nello stesso domicilio di non condividere posate, spazzolini, apparecchi per aerosol-terapia, spazi e tempi dedicati alla fisioterapia e, qualora fosse possibile, la stessa stanza per dormire. Ovviamente queste misure, soprattutto se riferite a
bambini, devono essere gestite con misura e con grande attenzione al rapporto costo/beneficio per evitare la comparsa di problemi comportamentali e psicologici, potenzialmente più nocivi della eventuale comparsa nelle vie aeree dei germi indesiderati.
Quanto riferito vale teoricamente per tutti i soggetti affetti da fibrosi cistica, anche se, come per tutti gli aspetti della malattia, la preoccupazione per le possibili conseguenze associate a
cross infection può essere minore nei soggetti affetti da fibrosi cistica
atipica.