Dispositivi per la terapia aerosolica

autore

Vittorio

Domanda

Buongiorno, vorrei un aggiornamento sugli apparecchi aerosol con compressore. Da sempre vengono prescritti gli apparecchi della PARI che indubbiamente hanno le caratteristiche migliori per i pazienti con FC. Il problema di questi apparecchi è che essendo costituiti da compressori a pistone, dopo un certo periodo di funzionamento (di gran lunga inferiore alla garanzia di due anni, a volte già dopo 6 mesi), inizia a cacciare olio insieme alla fuoriuscita di aria. Le esalazioni, oltre che maleodoranti, risultano anche irritanti. Quando succede ovviamente ci viene detto di non utilizzare più quell’apparecchio. In questi casi si rimane scoperti, e ci si arrangia, adeguando le terapie, ad utilizzare l’eflow finché non viene fornito un nuovo apparecchio (le riparazioni spesso non vengono prese proprio in considerazione da molte ASL, preferiscono fornire l’apparecchio nuovo: in ogni caso i tempi sono lunghi e hanno bisogno di una prescrizione del presidio). La frequenza con cui ciò accade (che è casuale) spesso va in contrasto con la disponibilità dei centri FC di prescrivere un nuovo apparecchio (non prima di 2 anni). Più di una volta per far fronte a questi “capricci” ho acquistato un PARI di tasca mia, e alla sua rottura poi ho potuto far richiesta nuovamente tramite ASL. Comprendendo che “la coperta è corta” (non credo che l’Italia vada in bancarotta per una manciata di PARI all’anno in più – una famiglia si), quali alternative commerciali economicamente più accessibili possono essere prese in considerazione per chi acquista un apparecchio di tasca propria quando si tratta di “urgenze” (almeno per non rimanere scoperti ed evitare stress da prescrizioni ravvicinate)? Gli apparecchi da farmacia hanno prestazioni troppo scarse in termini di pressione, flusso d’aria e dimensioni particelle. Esistono nuovi apparecchi, magari, con compressori scroll privi di olio, con caratteristiche equivalenti? Grazie.

Risposta

Un aspetto centrale da tenere presente è che l’efficacia di una terapia aerosolica non dipende esclusivamente dal compressore. La dimensione delle particelle, infatti, è determinata da diversi fattori: non solo dalla pressione (che nei dispositivi più performanti dovrebbe superare 1,5–1,6 bar), ma anche dal tipo di interfaccia usata (boccaglio, maschera), dal pattern respiratorio della persona e dalle caratteristiche specifiche del farmaco somministrato. Per questo motivo non è possibile individuare un unico dispositivo alternativo “universale” che vada bene per ogni situazione clinica.

Venendo al problema specifico, la descrizione del malfunzionamento riportato non è familiare alla nostra esperienza clinica. Più frequentemente, quando si osservano cali di prestazione o anomalie, la causa è da ricondurre a usura del dispositivo o a una manutenzione non ottimale, in particolare se tali episodi tendono a ripetersi nel tempo. I compressori a pistone, infatti, sono soggetti a deterioramento meccanico, soprattutto in caso di uso intensivo, e il personale del centro FC dovrebbe poter valutare sia lo stato del dispositivo sia l’eventuale necessità di ricambi o manutenzioni mirate.

Nel caso in cui il compressore non sia temporaneamente disponibile, l’impiego dell’eFlow non deve essere considerato un “ripiego”, ma al contrario rappresenta uno strumento che in molte circostanze permette di ottimizzare ulteriormente la terapia aerosolica, grazie alla sua tecnologia a membrana vibrante.

Comprendiamo le difficoltà pratiche legate ai tempi di sostituzione e alle procedure di prescrizione tramite ASL, ma proprio per la complessità delle variabili in gioco e per garantire la massima efficacia e sicurezza della terapia, non è semplice indicare un’alternativa commerciale immediatamente equivalente e a basso costo. Una valutazione condivisa con il Centro FC rimane quindi il passo fondamentale per individuare la soluzione più adatta caso per caso.

Dott. Simone Gambazza, Università degli Studi di Milano