Dieta ipercalorica e modulatori di CFTR

autore

Giulio

Domanda

Ha ancora senso consigliare una dieta ipercalorica alle persone con fibrosi cistica, considerato l’effetto dei modulatori di CFTR? Lo chiedo da un punto di vista personale: ho iniziato la terapia con Kaftrio e, avendo sempre seguito una dieta molto ricca di calorie fin da piccolo, ora mi ritrovo a chiedermi quanto sia ancora appropriata o se è necessario adattarla in base ai cambiamenti metabolici legati al trattamento. Come dovrebbe essere gestita l’alimentazione in questa nuova fase? Invece per chi non assume i modulatori, è ancora indicata una dieta ipercalorica? Grazie.

Risposta

Uno stato nutrizionale deficitario, tale da configurare un quadro di malnutrizione, è un fattore di rischio noto in fibrosi cistica e legato a un peggioramento della funzione respiratoria e a un aumentato rischio di mortalità (come si può leggere in questo studio). Il deficit nutrizionale in FC dipende da diversi fattori quali l’insufficienza digestiva e il conseguente malassorbimento e l’aumentata spesa energetica associata alla malattia polmonare e alle infezioni ricorrenti.

La dieta ipercalorica ad alto contenuto di lipidi e sali rappresenta una pietra miliare nell’ambito della gestione terapeutica della fibrosi cistica, uno degli interventi che in epoca pre-modulatori di CFTR ha profondamente inciso sul miglioramento dei tassi di sopravvivenza delle persone con FC (leggi qui).

Con l’arrivo dei modulatori, e in particolare di elxacaftor/tezacaftor/ivacaftor (Kaftrio), si è assistito a un miglioramento dello stato nutrizionale e a una riduzione dei tassi di malnutrizione nei malati FC. Al contempo, come evidenziano anche i dati dell’ultimo report del Registro della Fondazione Nordamericana FC (questo), il tasso di pazienti in sovrappeso o in condizione di obesità è raddoppiato negli ultimi anni, anche in questo caso verosimilmente a causa dell’effetto sul miglioramento dell’assorbimento intestinale indotto dai modulatori. Questo dato, in associazione all’innalzamento dell’età media delle persone con fibrosi cistica, ha portato a considerare la possibilità di un aumentato rischio metabolico e allo sviluppo di complicanze quali ipertensione arteriosa e dislipidemia. Per tale motivo le nelle ultime linee guida in ambito nutrizionale in fibrosi cistica (queste) gli esperti suggeriscono un approccio dietetico individuale al posto della dieta ipercalorica e iperlipidica, che tenga conto dello stato nutrizionale di base, del tipo di modulatore assunto, della presenza o meno di insufficienza digestiva, fattori di rischio personali, anamnesi familiare e presenza di eventuali comorbidità come dislipidemia, diabete, ipertensione o malattia epatica associata alla fibrosi cistica.

Una dieta ipercalorica resta comunque raccomandata nei malati che non hanno accesso ai modulatori (per età o per genotipo): da questo punto di viste le linee guida sulla nutrizione suggeriscono un focus maggiore sulla qualità dell’alimentazione rispetto al passato.

Stefano Costa, Gastroenterologia Pediatrica e Fibrosi Cistica, AOU "G Martino" Messina