Abbiamo chiesto di rispondere al Prof. Santambrogio che dirige l'equipe che ha eseguito al Policlinico di Milano l'intervento di trapianto di cui si parla nella domanda e che ha avuto nei giorni scorsi una larghissima eco nella stampa.
Il trapianto bipolmonare effettuato dalla nostra equipe è tecnicamente identico a quelli effettuati fino ad ora per fibrosi cistica, la differenza sta solo nel trattamento dei polmoni prelevati da un donatore. Tali organi non rispondevano, in termini capacità di ossigenare il sangue ed eliminare l'anidride carbonica, ai criteri comunemente accettati per un trapianto. In altre parole, i polmoni di un donatore molto spesso, durante il periodo di osservazione che segue la morte cerebrale, vanno incontro ad un progressivo deterioramento della propria funzionalità, sia per il sovraccarico di liquidi, che servono per mantenere gli altri organi perfusi sia per una serie di sostanze che vengono rilasciate dall'organismo in seguito alla morte cerebrale. Tale condizione rende trapiantabili solo il 20% dei polmoni proposti per la donazione. La tecnica di "ricondizionamento" (EVLP- Ex Vivo Lung Perfusion) messa a punto da un chirurgo svedese, Stig Steen (1), consente, ricircolando i polmoni con una particolare soluzione (ricca di proteine con elevato tenore osmotico) e ventilandoli con un respiratore, di riportare in poche ore i polmoni ad una normale funzionalità, tale da consentirne l'utilizzo per trapianto.
In tutto il mondo i centri che utilizzano tale tecnica sono circa 3 e, da non più di un anno: Toronto (Canada), Lund (Svezia), Madrid (Spagna).
Quando utilizzare questa tecnica? In questa fase iniziale sicuramente nei pazienti più critici. Il paziente da noi trapiantato era in grave insufficienza respiratoria per cui era stato messo in circolazione extracorporea ed in lista urgente sul territorio nazionale. In un futuro non molto lontano potrebbe diventare un tecnica standard per portare gli organi nelle condizioni migliori per il trapianto.
Nota di redazione. Questa tecnica di "rivitalizzazione" dei polmoni del donatore, particolarmente quando questi non sono in perfette condizioni, potrebbe consentire di aumentare significativamente il numero di organi disponibili e in definitiva accorciare sostanzialmente i tempi cruciali delle liste di attesa per il trapianto e, auspicabilmente, utilizzare anche donatori con cuore non battente. Si vedano alcune referenze bibliografiche sull'impiego della tecnica EVLP (2, 3, 4, 5)
1. Steen S, et al. First human transplantation of a nonacceptable donor lung after reconditioning ex vivo. Ann Thorac Surg. 2007 Jun;83(6):2191-4
2. Pego-Fernades, et Al. Ex vivo lung evaluation and reconditioning. Rev Bras Cir Cardiovasc. 2010 Dec;25(4):441-446.
3. Okamoto T, et Al. Establishment of an ex vivo lung perfusion model using non-heart-beating large pigs. Transplant Proc. 2010 Jun;42(5):1598-601
4. Lindstedt S Comparative outcome of double lung transplantation using conventional donor lungs and non-acceptable donor lungs reconditioned ex vivo. Interact Cardiovasc Thorac Surg. 2011 Feb;12(2):162-5. Epub 2010 Nov 30
5. Ingemansson R, Clinical transplantation of initially rejected donor lungs after reconditioning ex vivo. Ann Thorac Surg. 2009 Jan;87(1):255-60