I broncodilatatori per aerosol (spray o nebulizzazione) vengono usati in fibrosi cistica quando vi siano dimostrate condizioni di broncoirritabilità: tendenza a broncospasmo o tosse stizzosa, specie a seguito di inalazione di farmaci, antibiotici in particolare. In questi casi, la spirometria fatta prima e dopo somministrazione di aerosol può aiutare a decidere l’opportunità di impiegare o meno il broncodilatatore (in genere per spray) prima dell’aerosol antibiotico o mucolitico (1). Il broncodilatatore, di solito quello ad azione breve (
short-acting) può venir usato anche prima dell’attività fisica quando vi sia dimostrazione di asma da sforzo (2). Si usa il broncodilatatore, come si fa in genere nell’asma, nei casi con aspergillosi broncopolmonare allergica, una complicanza legata alla presenza nei bronchi del fungo
Aspergillus fumigatus, che può dare sintomi asmatici.
È vero che talora vengono impiegati in continuazione o quasi i broncodilatatori ad azione prolungata (
long-acting), nell’intento di ridurre in generale la tendenza broncoirritativa e i relativi sintomi (2). Tuttavia, sui benefici di tale trattamento non vi sono studi sinora convincenti e il loro impiego rimane legato alle convinzioni del medico che lo prescrive. Si veda in proposito una recente revisione Cochrane (3).
1) Tosse e broncoirritabilità in fibrosi cistica, 18/01/2017
2) Broncodilatatori a lunga durata, aerosolterapia e fisioterapia, 7/4/2018
3) Smith S1, Edwards CT. Long-acting inhaled bronchodilators for cystic fibrosis. Cochrane Database Syst Rev. 2017 Dec 19;12:CD012102. doi: 10.1002/14651858.CD012102.pub2.