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26 Giugno 2019

Scedosporium: una muffa che può avere talora qualche rilevanza nella patologia broncopolmonare FC

Autore: Maria
Domanda

Mi è stato trovato nell’espettorato Scedosporium spp. Di cosa si tratta? Ho letto su internet che è pericoloso. Come si cura?

Risposta

I microrganismi classificati come Scedosporium sono funghi filamentosi (osservati a occhio nudo hanno l’aspetto di una muffa), presenti soprattutto nei paesi a clima temperato e diffusissimi nell’ambiente; sono stati isolati dal suolo, dalle acque inquinate sia dolci che salate, dalle feci di animali domestici e non, dalle piante in vaso e da numerosi altri luoghi. Abbastanza recentemente, è stata anche descritta una epidemia verificatesi in un ospedale in cui il fungo è stato isolato nell’aria (1). Le specie fungine appartenenti a questo genere che rivestono più importanza in ambito medico sono due: Scedosporium apiospermum e Scedosporium prolificans (2). Analogamente a quanto succede per le altre muffe, le piccolissime spore, non visibili ad occhio nudo, sono la parte riproduttiva del fungo; esse possono essere inalate oppure inoculate attraverso lesioni traumatiche della cute.

Nei pazienti con fibrosi cistica, le spore fungine inalate e intrappolate nelle dense secrezioni bronchiali possono germinare e quindi colonizzare il tratto respiratorio; meno frequentemente, le spore possono raggiungere i seni paranasali e dare origine a un quadro di sinusite. Dati recenti sostengono che Scedosporium è al secondo posto, dopo Aspergillus fumigatus, tra i funghi filamentosi isolati dalle secrezioni respiratorie dei pazienti con fibrosi cistica. Diversamente da quanto si osserva in altre categorie di pazienti, soprattutto immunodepressi o con malattie onco-ematologiche, l’acquisizione di Scedosporium a livello dell’albero bronchiale in fibrosi cistica raramente esita nella diffusione del fungo ad altri organi ed apparati. Il micete rimane confinato a livello polmonare, senza nessun sintomo clinico, ed isolato occasionalmente dalle secrezioni bronchiali (colonizzazione transiente), oppure può persistere (colonizzazione cronica) e sostenere, in un numero limitato di casi, un quadro clinico molto simile alla Aspergillosi Broncopolmonare Allergica. In questo caso, Scedosporium sostiene una iper-reattività dei bronchi che si può manifestare con iperproduzione di muco, asma e tosse, in associazione con un quadro radiologico di infiammazione e aumento delle immunoglobuline IgE. Una terapia con steroidi e farmaci antifungini può ridurre i sintomi e anche prevenire i danni a carico del tessuto polmonare.

E’ argomento dibattuto il ruolo di Scedosporium, ma anche di altri funghi, nelle riacutizzazioni polmonari dei pazienti FC; le opinioni e anche le evidenze scientifiche non sono univoche. In generale, nel tentativo di fare una sintesi, possiamo affermare che il fungo, piuttosto che provocare un danno diretto, potrebbe agire in sinergia con altri patogeni che colonizzano le vie aeree, soprattutto batteri, e favorire quei meccanismi che determinano la esacerbazione.

Ben altre evidenze esistono sul ruolo di Scedosporium nei soggetti colonizzati e sottoposti a trapianto bipolmonare. L’immunodepressione post-trapianto da farmaci anti-rigetto è un importante fattore di rischio per la diffusione del fungo a livello polmonare (polmonite necrotizzante) e ad altri organi e apparati, per cui, sebbene allo stato attuale la colonizzazione da Scedosporium non è una controindicazione assoluta al trapianto, è fortemente raccomandato un tentativo di eradicazione pre-trapianto con una terapia antifungina abbastanza lunga, anche alcuni mesi. I farmaci più utilizzati nella pratica clinica e che sono più efficaci nei confronti dello Scedosporium sono i cosiddetti azoli, in particolare il voriconazolo. Per una terapia personalizzata, i test di sensibilità in vitro, anche se non sono completamente standardizzati, possono essere di ausilio per la scelta dell’anti-fungino più adeguato.

Per concludere, ci permettiamo di consigliare al lettore di affrontare l’argomento con i clinici del suo Centro di riferimento, i quali saranno più esaurienti e più rassicuranti del dottor Internet.

1) Idigoras, P., J. M. Garcia-Arenzana, J. R. Saenz, L. Pineiro, and J. Marin. 2000. Isolation of Scedosporium prolificans from the air in the room of a patient with leukemia and disseminated infection with this fungus. Enferm. Infecc. Microbiol. Clin. 18:426-427
2) Karoll J. Cortez, Emmanuel Roilides, Flavio Quiroz-Telles, Joseph Meletiadis, et al. Infections caused by Scedosporium spp. Clin Microbiol Rev. 2008 Jan; 21(1): 157–197

Dott.ssa Ersilia Fiscarelli UOS Diagnostica della Fibrosi Cistica Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma


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