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4 Febbraio 2015

Gli incentivi respiratori non sono sostitutivi di Pep-mask e Flutter e non trovano generalmente indicazione in fibrosi cistica

Autore: Luca
Argomenti: Fisioterapia
Domanda

Avendo vissuto a lungo a Londra ho avuto modo di constatare come sia ampiamente impiegata da loro, per pazienti affetti da BPCO e asma, la fisioterapia con strumenti invece ancora sconosciuti in Italia. Mi riferisco in particolare ai dispositivi Ultra-Breathe e Power-Breathe che, a detta di molti terapisti, avrebbero maggior efficacia di PEP e FLUTTER, da noi invece praticati da anni. Se ho ben compreso, e su questo vorrei essere da voi confortato, ULTRA e POWER BREATHE applicherebbero una resistenza, graduata e regolabile dal paziente, alla fase inspiratoria, mentre nel caso della PEP MASK, di comune impiego per pazienti FC, la resistenza si applica alla fase espiratoria. Stando ad alcuna letteratura che ho trovato in materia, si sosterrebbe poi che le più recenti esperienze porterebbero a sminuire l’efficacia della PEP MASK giudicata inferiore rispetto alla fisioterapia effettuata con ULTRA o POWER-BREATHE, sia per la rimozione delle secrezioni che per la riduzione della dispnea e miglioramento dei parametri respiratori (FVC, FEV1, piccole vie…). Da ultimo, si ritiene da parte di molti esperti anglosassoni che le suddette considerazioni valgano non solo per BPCO e Asma ma pure nel caso di FC. Desidererei avere un parere dei vostri esperti in merito, con particolare riguardo: 1) ai fondamenti dell’uso di questi nuovi apparecchi; 2) loro efficacia per pazienti FC e validità dei risultati che ne sostengano la superiorità rispetto alle tradizionali tecniche PEP e FLUTTER; 3) loro sicurezza di impiego ed eventuali effetti collaterali o controindicazioni (applicare una resistenza variabile all’inspirazione è sicuro quanto il meccanismo su cui si fondano PEP/FLUTTER?). Un sentito grazie per il vostro costante contributo alla ricerca e cura della FC.

Risposta

Gli strumenti di cui si parla nella domanda (Ultrabreathe e Powerbreathe) sono dispositivi pensati per “allenare” i muscoli respiratori. In sostanza il paziente inspira contro una resistenza sottoponendo i muscoli (inspiratori) ad un maggior carico di lavoro, con l’obiettivo di migliorare attraverso l’allenamento la forza muscolare e, quindi, la performance respiratoria.

E’ subito da dire che la letteratura scientifica ad oggi non ci aiuta. Non ci sono studi che abbiano valutato l’efficacia di Ultrabreathe e Powerbreathe nella fibrosi cistica e l’esperienza, peraltro anch’essa molto limitata, in altre patologie o in soggetti sani non ci può aiutare. E’ preferibile affrontare il tema per gradi, con una premessa indispensabile: non si tratta di strumenti paragonabili a Pep mask o Flutter. Questi ultimi, infatti, utilizzano una resistenza espiratoria allo scopo di mantenere pervi i bronchi durante l’espirio, facilitare la rimozione delle secrezioni bronchiali e l’espettorazione. Non è quindi possibile confrontare strumenti che vengono utilizzati con obiettivi diversi e neppure, a maggior ragione, porli in alternativa a Pep mask e Flutter nel programma riabilitativo che il paziente esegue.

E’ necessario aumentare la forza dei muscoli respiratori? In generale la forza dei muscoli respiratori nella fibrosi cistica è normale e la riserva di “energia” disponibile è assolutamente sufficiente per far fronte a qualsiasi necessità (per respirare normalmente i muscoli respiratori usano meno del 10% della forza che hanno a disposizione!). Con l’evolvere dell’ostruzione bronchiale aumenta il carico di lavoro che i muscoli devono sostenere per respirare a causa dell’aumento della resistenza delle vie aeree, della maggiore rigidità polmonare, dell’iperinflazione e di altre possibili complicanze. In queste circostanze si può dire che i muscoli respiratori sono sottoposti ad un allenamento continuo che, insieme ad un adattamento meccanico e anatomico dei muscoli stessi, permette di adottare un sistema di respirazione comunque efficace. Quando si è in questa fase di malattia, aumentare ulteriormente il carico di lavoro sui muscoli respiratori non pare una buona idea. La vera fatica muscolare insorge solo quando il paziente presenta insufficienza respiratoria, necessita di ossigenoterapia e nel sangue si registrano alti valori di anidride carbonica: in queste circostanze i muscoli respiratori vanno aiutati a riposare (con la ventilazione meccanica).

Cosa fare nella pratica clinica? Ciò che sappiamo oggi, quindi, è che non ci sono evidenze scientifiche a supporto di un uso sistematico dell’allenamento dei muscoli respiratori in fibrosi cistica. Non è da escluderne comunque a priori l’uso, valutando di volta in volta, singolarmente, se un programma specifico di allenamento dei muscoli respiratori ha un razionale nel singolo paziente e come può essere inserito nel suo programma riabilitativo individualizzato. E’ possibile che in alcuni pazienti con malattia lieve e moderata questi strumenti possano coadiuvare gli effetti benefici dell’esercizio fisico che, comunque, a nostro avviso, è da preferire e promuovere (anche per gli effetti legati al divertimento e alla socializzazione). Infine è utile ricordare che è sempre da evitare un ulteriore sovraccarico di lavoro muscolare quando i muscoli respiratori sono deboli, cioè nelle fasi avanzate di malattia.

Dr. Ugo Pradal, Centro Regionale Veneto Fibrosi Cistica, Verona


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