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1 Febbraio 2024

Per la diagnosi di fibrosi cistica, se il test genetico pone dei dubbi è ancora più importante il risultato del test del sudore eseguito presso un centro specializzato

Autore: Rossella
Domanda

Buongiorno, siamo genitori di una bimba di due mesi e mezzo risultava positiva allo screening neonatale (valore 76). Abbiamo effettuato il secondo screening dopo circa un mese: il valore si è abbassato a 35,26. Essendo risultato comunque > 35 (limite previsto dalla regione E.R.), la bimba è stata sottoposta a test del sudore al centro fibrosi cistica regionale risultando francamente negativo (metodo Gibson-Cooke valore 1 campione 7 mmol/l; 7.2 mmol il secondo campione).
Dopo circa un mese e mezzo siamo stati richiamati perché dal test genetico sono emerse due varianti, non hanno però saputo dirci se presenti entrambe sullo stesso cromosoma (portatore sano) o una per cromosoma. Per questo motivo noi genitori saremo sottoposti a test genetici per capire se siamo entrambi portatori o solo uno di noi. Non riusciamo a capire come sia possibile questa situazione. Il test del sudore negativo non esclude la malattia? Dall’esame genetico della bimba non riescono a capire se le varianti sono su un solo cromosoma o su due? È possibile che un test francamente negativo si positivizzi in futuro? Per il risultato delle analisi ci vorrà almeno un mese, possibile si debba aspettare tanto? Grazie mille.

Risposta

Il test genetico per la ricerca delle mutazioni del gene CFTR può essere eseguito con varie tecniche, alcune più semplici e veloci, altre più complesse. Però anche quelle più complesse non riescono abitualmente a distinguere se le varianti diagnosticate sono presenti entrambe su un solo cromosoma 7, oppure una per cromosoma (abbiamo tutti due cromosomi 7, uno ereditato dal padre e uno dalla madre). Per ottenere questa distinzione si ricorre allo studio dei cromosomi 7 dei genitori, a cui si applicano speciali marcatori genetici. I cromosomi 7 “marcati” nei genitori vengono confrontati con quelli che il figlio ha ereditato: si capisce così nell’intero gruppo familiare dove si collocano le varianti. Quindi l’indagine, che richiede tempi lunghi, può diagnosticare anche se un solo genitore è portatore di entrambe le varianti riscontrate nel figlio, oppure se un genitore è portatore di una e l’altro dell’altra. È necessario attendere il risultato: se nella bambina le varianti sono su di un solo cromosoma, potrebbe essere solo portatrice; se invece sono una per cromosoma, è importante capire se se sono varianti benigne o patogene.
Assumendo che il test del sudore della bambina sia francamente negativo (ma non possiamo esserne certi, dal momento che non abbiamo tutte le informazioni necessarie), ci sembrerebbe molto improbabile che le varianti in questione siano una per cromosoma e siano entrambe patogene. Questo caso suggerirebbe una diagnosi di fibrosi cistica in forma classica: ma in presenza di un test del sudore completamente negativo tale diagnosi sarebbe assolutamente eccezionale. Ci possono essere però sindromi correlate al gene CFTR (ne abbiamo parlato qui), con test del sudore borderline o anche, più raramente, normale. Infine, per quanto riguarda l’andamento nel tempo dei valori del cloro nel sudore, non siamo a conoscenza di casi in cui un test del sudore eseguito correttamente e con valori francamente negativi, in epoche successive abbia dato valori patologici.

Dott.ssa Graziella Borgo, clinico FC e genetista


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