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23 Aprile 2019

Varianti del gene CFTR con significato clinico variabile e sindromi CFTR correlate

Autore: Pina
Domanda

Buongiorno, gentilissimi. Sono la mamma di una ragazza con la fibrosi cistica. Mio nipote, figlio di mia sorella, ha eseguito il test di portatore ed è risultato positivo per lo stato di portatore della mutazione N103K (naturalmente familiare). A questo punto anche la moglie ha eseguito il test, in considerazione che desiderano avere un bambino. Il risultato della consorte è stato il seguente: “Normale per le varianti patogenetiche ricercate del gene della fibrosi cistica. Si segnala, tuttavia, che l’aplotipo 5T-TG12, soprattutto nei soggetti di sesso maschile, è descritto come a “significato clinico variabile” nella lista delle attuali mutazioni riportate nel sito CFTR2″. Posso chiedere, gentilmente: nel concepire un bambino/a, a che cosa si può andare incontro? Ringrazio e porgo cordiali saluti.

Risposta

Se il papà è portatore di una vera mutazione CFTR, com’è N1303K, e la mamma, in cui è stato cercato un ampio pannello di mutazioni CFTR, non ne presenta alcuna, però presenta l’aplotipo (= combinazione di varianti) conosciuto come [5T; 12TG], un loro figlio ha il 25% di probabilità di ereditare insieme la vera mutazione e la combinazione di varianti, presentando quindi genotipo N1303K/ [5T;12TG]. Proprio perché l’effetto di [5T;12TG] è variabile, è scarsamente prevedibile che cosa questo genotipo possa comportare come sintomi. Il bambino potrebbe avere nessun sintomo che ricordi la fibrosi cistica, però potrebbe anche presentare una sindrome correlata alla fibrosi cistica (CFTR-Related Disease). Questa è un’entità clinica associata alla disfunzione della proteina CFTR, in cui però non ci sono contemporaneamente tutti i criteri necessari a fare diagnosi di fibrosi cistica (interessamento polmonare, pancreatico e test del sudore alterato). Si conoscono oggi tre patologie che rientrano in questa definizione, proprio perché in ciascuna di esse ci sono alcune caratteristiche della FC classica, ma mai tutte insieme: sono l’atresia congenita dei dotti deferenti (CBAVD), la pancreatite cronica ricorrente, le bronchiectasie disseminate.

Nel maschio la forma più frequente è l’atresia congenita dei dotti deferenti, che impedisce agli spermatozoi di defluire all’esterno, da cui azoospermia (assenza di spermatozoi nel liquido seminale) e conseguente infertilità. Gli spermatozoi sono normalmente prodotti e presenti nei testicoli, da cui possono essere prelevati per tecniche di procreazione medicalmente assistita. Nella femmina ad oggi non sono conosciuti effetti sfavorevoli sulla fertilità, perciò se presenta sintomi sono per lo più sintomi respiratori.

Purtroppo non c’è alcun modo di prevedere l’entità di questi sintomi e il decorso di un’eventuale sindrome correlata alla fibrosi cistica, sia nel maschio che nella femmina. Ripetiamo che quest’ultimo è per lo più benigno, privo dell’andamento peggiorativo nel tempo e dell’interessamento di più organi che è caratteristico delle forme classiche di fibrosi cistica.
In casi abbastanza rari i sintomi possono essere anche importanti e non si sa perché questo accada, probabilmente entrano in gioco altre caratteristiche genetiche che per ora non conosciamo. Su questi argomenti sono presenti molte risposte nel sito. Consigliamo per la coppia una consulenza genetica accurata presso un genetista esperto di fibrosi cistica e sindromi correlate alla fibrosi cistica. Il documento sul test per il portatore di fibrosi cistica presente su questo sito (1) contiene nelle pagine finali indirizzi utili in questo senso.

1) https://www.fibrosicisticaricerca.it/wp-content/uploads/2024/04/Test-portatore-sano-Brochure-2024-slim.pdf

G. Borgo


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