Chi ci scrive ha già dato sostanzialmente e correttamente una risposta a una domanda importante. È una domanda che si sono spesso posti anche alcuni studiosi, arrivando a queste conclusioni: il portatore sano FC, quello che ha sicuramente una sola variante patologica del gene CFTR (eterozigote per il gene CFTR mutato), non ha rischio aumentato di sviluppare segni e sintomi di quelli che si osservano in varia misura nelle persone che hanno sicuramente due mutazioni causanti malattia FC (omozigoti per il gene CFTR mutato).
Fatta questa precisazione di base, si possono fare varie considerazioni di contorno. Intanto, molti sintomi della fibrosi cistica si possono ritrovare nelle persone che non hanno fibrosi cistica o hanno altre patologie che condividono con la fibrosi cistica alcune manifestazioni. Basta pensare ai sintomi respiratori. Poi, quando si dovesse esaminare una popolazione di portatori sani per conoscere se abbiano maggiore tendenza (rischio) a manifestare sintomi della FC rispetto a una popolazione di non portatori, avremmo sempre il dubbio che la popolazione definita di portatori, a meno che non si tratti di “portatori obbligati”, come i genitori di malati FC, in realtà sia fatta di persone nelle quali non è stata fatta un’indagine genetica completa (si fa raramente): potrebbero avere, accanto alla mutazione nota, vere mutazioni CFTR rare o varianti del gene capaci di modificare la funzionalità della proteina CFTR di cui poco o nulla sappiamo. Inoltre, come indicato nella domanda, quel portatore sano potrebbe avere qualche variante in altri suoi geni diversi dal CFTR, chiamati “geni modificatori”, capaci di agire sugli stessi bersagli della mutazione del gene CFTR o sulle conseguenze che la disfunzione CFTR provoca, potenziando gli effetti della mutazione CFTR stessa. Vale naturalmente questo anche nella direzione opposta: i geni modificatori possono depotenziare gli effetti della mutazione CFTR.
E qui merita rifarci alla base della disfunzione del canale epiteliale del cloro provocata da mutazioni CFTR. Il portatore eterozigote di una mutazione CFTR si assume che abbia il 50% della funzione CFTR normale, perché in coppia con la mutazione ha un allele normale che assicura tale percentuale di funzione. In realtà già questa è una semplificazione grossolana, perché le numerosissime mutazioni CFTR possono compromettere in misura diversa tra loro la funzione che loro compete: alcune possono consentire una funzione complessiva maggiore del 50%. Si ritiene che, in linea di massima, basti un 25-30% di funzione CFTR normale per non produrre patologia.
Sul piano pratico, possiamo dire (senza rischio di essere smentiti) che le persone che hanno una sola mutazione CFTR accertata, se stanno sostanzialmente bene, non debbono temere che la loro salute possa essere oggi o in futuro compromessa specificamente a causa di quella mutazione, anche se possono incontrare prima o poi problemi di salute dovuti ad altre cause. Fanno testo in questa direzione anche alcuni studi: ne citiamo uno condotto su eterozigoti CFTR obbligati, cioè su genitori di malati con fibrosi cistica (1). In quello studio, quando gli eterozigoti obbligati erano confrontati per età e genere comparabili con soggetti non portatori, nessuna differenza era riscontrabile rispetto alle numerose manifestazioni patologiche prese in considerazione.
1) Castellani C, Quinzi C, Altieri S, Mastella G, Assael BM. A pilot survey of cystic fibrosis clinical manifestations in CFTR mutation heterozygotes. Genet Test. 2001 Fall;5(3):249-54.