Sappiamo che la fibrosi cistica, seppur oggi come oggi sia ben gestita da chi ne è affetto attraverso piani terapeutici specifici e innovativi, resta di fatto ancora una malattia fortemente invalidante e per tale motivo riconosciuta dallo Stato come malattia ad alto interesse sociale. Chi ne è affetto, su richiesta, è riconosciuto invalido civile e come tale, gode di tutele e diritti anche in ambito lavorativo. Va da sé che una certificazione di idoneità fisica, richiesta a seguito di diagnosi o a seguito di riconosciuta percentuale di invalidità civile, debba passare attraverso una valutazione medica e medico legale specifica, affinché tutte le parti interessate siano tutelate, ovvero il candidato al fine di una collocazione che non incida sul suo stato di salute e il datore di lavoro per evitare quanto più possibile di mettere a rischio in nuovo assunto con mansioni o ruoli inadatti.
In alcuni ambiti lavorativi, in particolar modo nel comparto pubblico o in settori privati altamente specializzati, l’accesso all’attività lavorativa è vincolato da specifica valutazione medica attestante lo stato di “buona salute” (o come si diceva un tempo sana e robusta costituzione), ovvero un documento firmato da un medico in cui si attesti che un soggetto non soffre di malattie o di impedimenti fisici per svolgere un'attività, che sia essa lavorativa o sportiva. Ancora più specifica, poi, per chi possiede un grado di invalidità superiore al 46%, è la valutazione delle “capacità lavorative residue”, introdotta dalla L.68/99 proprio con lo scopo di agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro della persona disabile, in quanto questa viene valutata nel suo insieme, soprattutto in termine di capacità positive, portando l’attenzione a ciò che una persona può fare piuttosto che a ciò che non riesce o non è in grado di fare.
Nel caso di cui stiamo trattando, ovvero l’assunzione da parte di compagnie aeree, ogni compagnia può richiedere un profilo diverso per i suoi operatori e quindi necessitare di certificati di idoneità fisica all’esercizio delle mansioni che si andranno a svolgere.
Per un operatore che non ha impiego come navigante (vale a dire non utilizzatore di mezzo mobile, aereo o altro), come è in questo caso, non è necessaria un’idoneità (né per la posizione di cabin crew, ovvero assistente di volo, né per quella di pilota di prima o seconda classe). Però è verosimile che una compagnia richieda l’idoneità alla visita come cabin crew anche laddove intenda impiegare il personale in primis su un velivolo commerciale e aver la possibilità di destinare al ruolo di hostess/steward di terra gli assistenti di volo non più idonei alla navigazione.
Ipotizzando che una compagnia pretenda l’idoneità a cabin crew anche per assumere il personale come hostess di terra, è necessario prendere in considerazione i due pilastri su cui si fonda la normativa attuale: il Regolamento (UE) 1178 del 2011 della Commissione EU e le relative Acceptable Means of Compliance and Guidance Material to Part Med (AMC).
Vediamo che il Regolamento UE 1178/2011 specifica, negli Aspetti Generali, che “… i membri dell’equipaggio di cabina devo esser esenti da...malattie o disabilità attive, latenti, acute o croniche” mentre le AMC3 MED.C.025 specificano che “… i membri dell'equipaggio di cabina con compromissione significativa della funzione polmonare dovrebbero essere giudicati non idonei. Una volta che la funzione polmonare è stata ripristinata ed è soddisfacente, può essere presa in considerazione una valutazione di idoneità. Ai membri dell'equipaggio di cabina dovrebbe essere richiesto di sottoporsi a test di funzionalità polmonare su indicazione clinica”.
E ancora, le AMC5 MED.C.025, nella sezione specifica Apparato Digerente, alla sezione a) focalizzano che “L'equipaggio di cabina non deve possedere alcun disturbo funzionale o strutturale metabolico, nutrizionale o endocrino che possa interferire con l'esercizio sicuro dei propri doveri e responsabilità”.
In considerazione quindi della normativa citata, di cui ringraziamo il consulente medico militare interpellato che ha offerto un’analisi specialistica del tema trattato, sebbene non sia specificata la fibrosi cistica e il suo livello di gravità, questa patologia rientra fra le “malattie latenti e croniche” e potenzialmente può interferire sia dal punto di vista respiratorio che metabolico con l’attività di cabin crew.
È quindi poco probabile che si possa passare la visita di idoneità per cabin crew, anche se l’ultima parola è sempre dell’Istituto di Medicina Aerospaziale.
Tuttavia ciò non significa che non si possa essere assunti direttamente come hostess di terra, poiché quest’ultima figura professionale non rientra nel personale navigante. È possibile, infatti, che durante la valutazione del candidato, venga riconosciuta al candidato una certificazione di idoneità che, in presenza di determinate condizioni psicofisiche, rende necessaria l’applicazione di condizioni e/o limitazioni operative, garantendo comunque gli standard di sicurezza previsti dalla normativa; queste andranno a limitare il collocamento del candidato in uno specifico ambito lavorativo, come può essere appunto il ruolo di hostess/steward di terra.