Salve, innanzitutto vorrei ringraziare della recente risposta di cui riporto il riferimento: https://www.fibrosicisticaricerca.it/domanda-e-risposta/la-disinfezione-a-domicilio-degli-strumenti-per-la-fisioterapia-respiratoria/. Prendendo spunto da questa, sono andato a ritroso su questo sito e ho constatato che l’argomento disinfezione ha avuto effettivamente delle evoluzioni nel corso degli ultimi 15-20 anni. L’ipoclorito di sodio l’ha fatto da padrone come efficacia, ad ogni modo l’articolo riportato spiega che l’efficacia della disinfezione con ipoclorito è influenzata anche dalle routine dei pazienti e che comunque “non è superiore” ad altri metodi. Purtroppo al mio centro ci sono stati diversi cambi di personale e non c’è molta continuità con i fisioterapisti precedenti e la loro esperienza cumulata che è andata persa (sicuramente i nuovi col tempo diverranno altrettanto preparati). Al momento molte richieste di approfondimento sull’argomento rimangono sul vago, pertanto alcuni dubbi permangono. Volendo cambiare la tipologia di disinfezione da ipoclorito a quella con uno dei due tipi di alcol oppure acqua ossigenata, quali prodotti commerciali possiamo considerare (così come il più noto ipoclorito è l’amuchina)? Qual è meno pericoloso volendo evitare un risciacquo? Oppure a quali caratteristiche (es. assenza di qualche additivo) dobbiamo fare attenzione? In che modo deve avvenire l’immersione? In soluzione acquosa o nel prodotto assoluto? Oppure basta spruzzare il prodotto sopra le superfici dei dispositivi inalatori/fisioterapici? Insomma è una richiesta di un po’ più di dettagli procedurali sulle varie alternative (ad alcol o acqua ossigenata) che non ho mai saputo nel dettaglio come potessero essere utilizzate. Il vapore non va bene per tutti i dispositivi, e sempre per gli articoli precedenti, non sembra si vada oltre un livello intermedio di disinfezione. Cosa andrebbe fatto per effettuare una vera e propria sterilizzazione? Grazie.