Buongiorno, sicuramente sono state date tante risposte in merito e non voglio insistere sulla volontà di creare una “campana di vetro” che sarebbe impossibile da gestire soprattutto al di fuori delle mura domestiche. Ma in ambiente domestico, quali misure si possono prendere per evitare ricadute di aspergillosi durante o dopo il trattamento con antifungini? Quali sono le possibilità di sanificazione dell’ambiente domestico? Su molti forum americani si evidenzia che i medici e gli stessi pazienti eseguono procedure di sanificazione dell’abitazione (addirittura riverniciatura delle pareti), cambio o sterilizzazione del proprio armadio e vestiario, utilizzo di candeggina in tutta la casa, lampade uv-c con ozonizzazione, sostituzione di tutti gli apparecchi aerosolici e fisioterapici. Cosa c’è di corretto o eccessivo in questo (lasciando perdere considerazioni opinabili sul non doversi preoccupare più di tanto)? In particolare, sono corrette le seguenti azioni?
1. Sostituzione apparecchiature aerosoliche (altrimenti disinfettate con soluzione acqua e amuchina).
2. Candeggina (in che proporzioni) o alcool su pavimenti e superfici?
3. Sterilizzazione del vestiario?
4. lampade uv-c? In questo caso qual è il corretto utilizzo?
In Italia non riscontro linee guida ufficiali e i medici hanno sempre pareri discordanti tra loro, prendendo loro la decisione che ci si preoccupa troppo. Ma onde evitare errori grossolani (o anche importanti), quali sono le procedure più adeguate? Grazie per la collaborazione, cordiali saluti.