Segnaliamo, come consuetudine, le osservazioni di utilità generale che si possono trarre da questa domanda. È utile in partenza la lettura del documento
“Il test del sudore per la diagnosi di fibrosi cistica” pubblicato nel sito, nella sezione “Documenti Informativi” (1). In particolare nei casi complessi, si raccomanda di eseguire il test del sudore sempre nello stesso laboratorio altamente qualificato, ed è, a nostro avviso, raccomandabile la determinazione sia del cloro sia del sodio, come pure la raccolta del sudore e l’esecuzione del test su entrambe le braccia, con analisi separata dei due campioni. Questa raccomandazione non fa parte delle linee guida ufficiali, ma a nostro avviso la concordanza dei valori tra i due test rinforza l’attendibilità del risultato, rappresentando un utile controllo del metodo.
Per quanto riguarda la variabilità dei risultati, sia nello stesso soggetto che fra soggetti diversi, è purtroppo un fenomeno conosciuto, di cui sono note alcune cause, anche se non tutte. Il test, se ripetuto in momenti diversi (condizioni cliniche diverse, età diverse e altro), può dare risultati diversi, in genere però compresi nello stesso intervallo diagnostico (vedere gli intervalli diagnostici presenti nel documento citato sopra). Però è noto che sono proprio i valori borderline, come quelli iniziali della bambina, più soggetti a fluttuazioni (si dice fenomeni di
up and down). In questi casi è possibile che i clinici chiedano ulteriori approfondimenti diagnostici come la Misura della Differenza di Potenziali Nasali (test NPD) o la Misura delle Correnti Intestinali (ICM) (2).
Il test NPD richiede però che il bambino sia in grado di collaborare, un po’ meno il test ICM. Questi test servono a misurare il passaggio di corrente dall’interno all’esterno della cellula epiteliale, generato dal trasporto dello ione cloro da parte della proteina CFTR: quanto minore la quantità di CFTR funzionate, tanto minore il passaggio di corrente. In alcuni laboratori molto avanzati è possibile anche prelevare attraverso
brushing (spazzolamento) le cellule dell’epitelio nasale e analizzare su queste la ridotta produzione o localizzazione anomala di proteina CFTR.
Riguardo all’indagine genetica eseguita, il laboratorio ha dichiarato una sensibilità (vale a dire capacità di identificare mutazioni CFTR) superiore al 99% e questo ci fa supporre che anche le mutazioni introniche siano state cercate (anche se una mutazione non identificata o non identificabile anche con le tecniche più avanzate è sempre possibile).
A nostro avviso però, in questo caso il genotipo è composto dalla mutazione 2789+5G>A, che è mutazione con funzione residua (3) e dalla combinazione dei polimorfismi 5T-12TG, che lo stesso probabilmente determina un funzionamento residuo di CFTR. Quindi c’è da aspettarsi una forma atipica di fibrosi cistica o una
CFTR-Related Disease, una sindrome correlata al gene CFTR (molte notizie nel sito), in cui spesso il risultato del test del sudore è borderline, oscillante, e va ripetuto nel tempo. In questi casi i sintomi della malattia sono per lo più modesti, in relazione appunto alla quota residua di CFTR prodotta (vedi la presenza di sufficienza pancreatica). Non è prevedibile teoricamente l’entità della produzione complessiva di CFTR (data dalla somma di quella prodotta da 2789+5G>A e 5T-12TG insieme), però si potrebbe avere indirettamente informazione di questo misurando il flusso di cloro attraverso i test NPD o ICM.
In tutti i casi si raccomanda una stretta collaborazione con il centro di cura, interagendo con i medici curanti per esporre dubbi e perplessità e avere aiuto anche a livello informativo.
1) Il test del sudore FC
2) Farrell PM, White TB, Ren CL, Hempstead SE, Accurso F et al.”Diagnosis of Cystic Fibrosis: Consensus Guidelines from the Cystic Fibrosis Foundation”. J Pediatr. 2017 Feb;181S:S4-S15.e1. doi: 10.1016/j.jpeds.2016.09.064.PMID: 28129811
3) Una non rara mutazione con funzione CFTR residua: ritorniamo sulla mutazione 2789+5G>A