Aspettavo di leggere i risultati dell’esperimento che prevedeva la somministrazione del mannitolo ai pazienti affetti da fibrosi cistica e mi sembra di aver capito che sono stati deludenti. Francamente me lo aspettavo, perchè mi domandavo se non fosse stato molto più semplice usare la mannite vera e propria. Forse non tutti sanno che la mannite,ricavata da un albero, il faggio, mi sembra fosse usato, prima della guerra, come “rinfrescante dell’intestino nei lattanti e nei bambini piccoli”. Vi ho citato le esatte parole dell’anziana farmacista che me ne parlò molti anni fa. Si rammaricava del fatto che fosse “passato di moda”, perchè oltretutto era molto gradito ai piccoli a causa del suo sapore dolce. Era il periodo in cui facevo la baby sitter ad un bimbo di due anni, figlio di nostri amici. La mannite è ancora raccolta in Sicilia ed è ora utilizzata come dolcificante per diabetici, oltre che come blando lassativo “naturale”. Il principio attivo è, chiaramente, quello del mannitolo, ma non si dovrebbe nebulizzare, bensì mangiare e così non sarebbe necessaria la broncodilatazione.Tutto ciò sembrerebbe così ovvio che avevo molte riserve a scrivervi, ma ho pensato che magari a Londra non conoscevano questo uso, diciamo così “arcaico”, della sostanza, perchè abituati ad usare solo prodotti di sintesi. E poi perchè nelle cure non ho mai letto da nessuna parte la parola”mannite”. Oltre tutto,era uscito un articolo su “La Stampa”, la primavera scorsa, che raccontava la vita dell’ultimo raccoglitore di mannite, morto lui il mestiere scomparirà per sempre. Insomma,ci sarebbe anche una tradizione da salvare.