Innanzitutto, grazie per il lavoro importante e significativo che svolgete. Scrivo da parte di mia moglie, una donna di 42 anni con malattia FC manifestata da adulta con interessamento polmonare e infezioni bronchiali croniche da Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus.
Il quesito è il seguente: mia moglie vorrebbe sottoporsi a una seduta di medicina estetica al viso minimamente invasiva con infiltrazioni di acido ialuronico (o in alternativa collagene), praticate mediante microcannule ad ago arrotondato. Si è animata all’iniziativa leggendo proprio in questo sito della possibilità di interventi di chirurgia estetica ben più invasivi di persone malate di fibrosi cistica, quali laserlipolisi addominale, liposuzione addominale e, addirittura, mastoplastica additiva (quest’ultima operazione si presume assai più complicata riguardo a espettorazione, tosse ed espulsione dei secreti bronchiali). Preciso, inoltre, che non è un soggetto allergico: si è sottoposta a tutte le prove allergiche, incluso il RAST test e non risultano allergie ambientali o farmacologiche. Il filler di riempimento verso cui maggiormente orienterebbe la sua scelta si chiama Restylane lyft (acido ialuronico, disponibile con lidocaina per minimizzare il dolore); in alternativa: Radiesse o Ellanse (stimolatori di collagene). Ha parlato dell’argomento con lo pneumologo del suo ospedale di riferimento ma, prima di procedere, vorrebbe conoscere anche una seconda opinione; soprattutto vorrebbe sapere se esiste ragione per temere un’eventuale interferenza con i problemi polmonari cronici. In questo caso, si orienterebbe verso metodologie meno efficaci nei risultati estetici ma nemmeno minimamente invasive come, per esempio, la radiofrequenza di nuova generazione chiamata Indiba.
Inoltre, colgo l’occasione per sottoporre un’altra questione alla Loro pregevole competenza. Si tratta del Pulmozyme. Dopo anni di afflizione, dolore e sofferenza – dovute in parte a una diagnosi giunta dopo un iter estenuante, tortuoso e complicatissimo, come sappiamo essere spesso la diagnosi FC da adulti e soprattutto, com’è immaginabile, ai sintomi della malattia – che l’hanno lasciata scoraggiata, sfibrata, sfinita, senza speranza nel senso letterale dell’espressione (ed è anche per questo motivo che mi sono sentito di non disincentivare la sua idea a proposito delle medicina estetica, vedendola, dopo moltissimo tempo, riprendere entusiasmo verso qualcosa), questa primavera, se tutto procede come desideriamo, vorremmo concederci una breve vacanza di qualche giorno. Vi può essere un problema per il trasporto aereo di Pulmozyme (approssimativamente 3/4 ore)? È possibile prelevarlo dal frigorifero dove lo conserviamo e lasciarlo fuori o conviene trasportarlo in borsa termica con ghiaccio sintetico? (Il che comporterebbe un problema per il viaggio in aereo non essendo ammessi liquidi superiori a 100 ml nel bagaglio a mano e non fidandoci a riporre il medicinale nel bagaglio da stiva, per timore di eventuale smarrimento da parte della compagnia aerea). Ringraziando anticipatamente, con i migliori auspici per il Loro importante lavoro, porgo cordiali saluti.