Le cosiddette "piscine ad acqua salata" adottano un sistema di disinfezione basato sull'impiego di uno strumento elettrico chiamato "elettrolizzatore" o "cloratore". Dopo aver aggiunto alla piscina una certa quantità di sale (da 4 a 9 grammi per litro di acqua: l'acqua di mare ne contiene in media 35 grammi per litro) lo strumento opera una "elettrolisi" del sale; cioè fa separare i due elettroliti che compongono il cloruro di sodio, Cloro e Sodio. Si libera così cloro naturale che, essendo sciolto in acqua darà luogo alla formazione di "ipoclorito di sodio" (la sostanza contenuta nella candeggina o nell'amuchina). Si deve a questa sostanza l'azione disinfettante della piscina e non tanto direttamente al sale che vi si discioglie.
Questo sistema si sta diffondendo, anche perché ne viene decantato l'effetto di maggior gradevolezza della piscina. Probabilmente l'effetto disinfettante è analogo a quello ottenuto con i classici preparati a base di cloro, ma non conosciamo dati tecnici che assicurino che questo effetto è costante. Il problema in generale è quello della regolare manutenzione e del controllo batteriologico delle piscine: questo è abituale nelle nostre piscine pubbliche, può essere più problematico nelle piscine private. Bisognerebbe chiedere al privato che ci presta la piscina con sale o con altri sistemi di disinfezione se fa praticare qualche volta il controllo batteriologico su campioni di acqua. Sul tema della sicurezza delle piscine ci sono su questo sito alcune domande e risposte ed anche la recensione di una pubblicazione scientifica in "Progressi di ricerca" del 15.06.11:
Pseudomonas aeruginosa nelle piscine e nelle vasche di idromassaggio