E’ possibile oggi indentificare in Italia circa il 95% delle mutazioni CFTR di un malato FC o di un portatore

E’ possibile oggi indentificare in Italia circa il 95% delle mutazioni CFTR di un malato FC o di un portatore

Una recente pubblicazione ad opera di ricercatori milanesi [1] comunica i risultati di una indagine su larga scala delle mutazioni riscontrate su una popolazione di pazienti CF italiani con forma classica di malattia.

Si tratta di 692 malati che hanno seguito i tre livelli di analisi genetica: il primo livello con ricerca delle mutazioni comuni, mediante kit commerciale Innogenetics, il II livello con analisi HPLC e sequenziamento del gene per i cromosomi che avevano dato risultato negativo nel primo step, il III livello, sui cromosomi ancora da identificare, mediante analisi delle rare mutazioni cosiddette di “riarrangiamento” (grosse perdite di DNA o duplicazioni o inserimenti aggiuntivi di DNA) con tecnica MLPA. Con il primo livello si è identificato l’84,1% delle mutazioni. Con il II livello (in prevalenza mutazioni “mild”) si è passati ad un grado di identificazione di 92,6%. 104 alleli sono rimasti ancora non identificati (tutti pazienti con malattia classica e test sudore francamente positivo): di 52 di questi è stato possibile recuperare il DNA (49 pazienti) e si è proceduto al III livello con l’analisi delle mutazioni di riarrangiamento, che ha così portato a caratterizzare altri 21 alleli, con un indice di identificazione complessiva salito al 94,1%.

Dunque, impiegando adeguate tecniche di analisi è oggi possibile avvicinarsi alla identificazione quasi assoluta delle mutazioni CFTR, anche in quei casi in cui uno o entrambi gli alleli CFTR del cromosoma 7 non risultano identificabili al primo screening. E’ pensabile che se gli autori avessero potuto recuperare il DNA degli altri casi non completamente caratterizzati, il tasso di identificazione (“detection rate”) avrebbe potuto superare il 95%. Gli autori non ci dicono da quali regioni provengono i pazienti ma si immagina che larga parte provengano dalla Lombardia e quindi non sappiamo quanto di questi eccellenti risultati possa essere applicato a pazienti di altre regioni italiane. Gli autori suggeriscono di modificare la sequenza dei livelli di indagine, portando al II livello la ricerca di riarrangiamenti, data la relativa semplicità e rapidità dei metodi oggi disponibili, lasciando al III livello il sequenziamento. Sarebbe utile conoscere da questi autori il costo di questo sistema e i tempi che sono richiesti agli utenti per ottenere un risultato definitivo.

1. Baracchini V, et al. Molecular and clinical features associated with CFTR gene rearrangements in Italian population: identification of a new duplication and recurrent deletions. Clin Genet 2008;73:346-352

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