Il fumo riduce l’efficacia della terapia con Kaftrio

Il fumo riduce l’efficacia della terapia con Kaftrio
Un nuovo studio retrospettivo dimostra che l’esposizione al fumo riduce i benefici a lungo termine della terapia per la fibrosi cistica più efficace oggi disponibile: la tripla combinazione elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor

ANNA ROMANO, BIOLOGA MOLECOLARE E DIVULGATRICE SCIENTIFICA

1 luglio 2025

Lo sappiamo perfettamente: il fumo, anche passivo, fa male. Tanto più alle persone con fibrosi cistica, dal momento che proprio i polmoni, insieme al pancreas, sono gli organi più interessati dagli effetti della malattia. Forse meno noto, però, è che il fumo di tabacco è in grado anche di compromettere l’effetto della terapia per la fibrosi cistica: perfino, evidenzia un recentissimo studio, quella basata sul modulatore di CFTR elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor (Kaftrio), che per la maggior parte dei malati è a oggi il farmaco più efficace che abbiamo a disposizione per il trattamento della fibrosi cistica.

Un rapido quadro degli effetti del fumo per le persone con fibrosi cistica

Vari studi hanno già evidenziato gli effetti del fumo per le persone con fibrosi cistica. Per esempio, un lavoro pubblicato nel 2021 ha mostrato come l’esposizione al fumo riduca in modo significativo il FEV1 (un importante indice della funzionalità polmonare) già entro i sei anni di vita. E non si parla solo di fumo passivo – almeno non solo di quello più precisamente indicato come secondario, cioè inalato involontariamente quando una persona nelle vicinanze sta fumando. Vale infatti anche per il fumo detto terziario, rappresentato dai residui tossici che rimangono sulle superfici e sul corpo quando il fumo visibile è ormai scomparso, che restano attive e possono essere inalate, ingerite o assorbite attraverso la pelle. L’effetto del fumo non si esplica solo a livello polmonare, ma anche a livello intestinale e cutaneo, con effetti sistemici. Si può leggere qui un approfondimento scientifico.

In generale, sappiamo che l’esposizione al fumo è associata a un aumento significativo del rischio di esacerbazioni polmonari, con frequenza e gravità maggiori, e che ha un effetto diretto sulla proteina CFTR; favorisce le infezioni e può rallentare la crescita. Ne abbiamo parlato anche sul nostro sito, a questa pagina.

Gli studi hanno anche già evidenziato che gli effetti negativi del fumo permangono anche dopo l’inizio della terapia con modulatori di CFTR. Per esempio, questa analisi dei dati provenienti dal Cystic Fibrosis Foundation Patient Registry statunitense ha mostrato chiaramente come l’esposizione al fumo annulli il beneficio terapeutico del modulatore tezacaftor/ivacaftor (Symkevi) nei malati tra i 12 e i 20 anni di età; la compromissione della terapia è stata osservata anche per il modulatore basato sul solo ivacaftor (Kalydeco).

L’effetto del fumo sulla terapia con elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor

Fino a oggi, comunque, non avevamo dati relativi agli effetti del fumo sulla terapia più recente, basata sul modulatore di CFTR elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor, commercializzato nell’Unione europea come Kaftrio. Si potrebbe auspicare che una terapia così efficace per la maggior parte dei malati possa superare anche gli effetti negativi del fumo, ma il nuovo studio mostra chiaramente che non è così.

Autori e autrici della ricerca hanno analizzato i dati dal 2019 al 2021 del Cystic Fibrosis Foundation Patient Registry statunitense per oltre 15.000 persone con FC dai 12 anni di età. Si tratta quindi di un’indagine retrospettiva: uno sguardo indietro dei dati raccolti nel tempo per valutare la relazione tra l’esposizione al fumo (determinata tramite auto-segnalazione) e gli esiti sulla terapia, in particolare in termini di FEV1 ed esacerbazioni polmonari che hanno richiesto il trattamento con antibiotici per via endovenosa.

I risultati sono chiari. Già prima dell’inizio della terapia con elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor, i malati esposti al fumo mostravano una funzionalità polmonare minore rispetto a quelli non esposti, e un maggior numero di esacerbazioni. Fin qui, si conferma quanto osservato dagli studi precedenti. Dopo l’inizio della terapia, entrambi i gruppi (esposti e non esposti al fumo) hanno mostrato un miglioramento simile iniziale della funzione polmonare. Ma dopo i primi 6 mesi, i pazienti esposti al fumo hanno avuto un declino mensile della funzione polmonare di -0,03%, mentre per i non esposti si è mantenuta stabile. Alla fine dei tre anni di osservazione, la differenza di funzione polmonare era aumentata in entrambi i gruppi, ma con benefici maggiori e significativi per le persone non esposte al fumo, con un divario di 3,4 punti percentuali rispetto a chi era esposto.
Anche le esacerbazioni, pur ridotte, sono rimaste più alte per le persone esposte al fumo (più del doppio della probabilità di presentarle rispetto ai non esposti).

Se il fumo accorcia il respiro della terapia

Insomma, ciò che emerge dai dati è che, se il trattamento con elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor è inizialmente efficace anche nelle persone con fibrosi cistica esposte al fumo (attivo o passivo), per loro i benefici si attenuano nel tempo – un tempo neanche tanto lungo. Di fatto, il fumo amplifica le diseguaglianze di salute a lungo termine nelle persone con la malattia e non solo danneggia l’organismo, ma contrasta anche i benefici che il progresso nelle terapie porta per i malati non esposti. Se poi si considera che tendenzialmente l’esposizione al fumo è più comune nei contesti svantaggiati, caratterizzati per esempio da basso reddito, possiamo davvero dire che amplifica le disparità di salute proprio nel momento in cui la medicina sta offrendo nuove opportunità. Come scrivono autori e autrici, «Le conseguenze negative dell’esposizione al fumo hanno maggior impatto nell’era della terapia con i modulatori di CFTR».

Se non altro, in linea di principio la strategie di prevenzione è chiara: il fumo è un fattore di rischio modificabile, e minimizzare o meglio ancora annullare l’esposizione è possibile. Massimizzando, così, i benefici della terapia basata sui modulatori di CFTR e tutelando la salute di tutti.

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