Peptidi antimicrobici: nuova opportunità di trattamento dell’infezione respiratoria CF?

Peptidi antimicrobici: nuova opportunità di trattamento dell’infezione respiratoria CF?

I cosiddetti peptidi antimicrobici cationici sono piccole molecole proteiche costituite da sequenze di 15-30 aminoacidi. Essi sono assai diffusi in natura e costituiscono una parte importante dell’immunità innata degli esseri viventi, incluso l’uomo, agendo come difesa di prima linea contro gli agenti infettivi. Essi possiedono anche proprietà antinfiammatorie. Le infezioni respiratorie nella fibrosi cistica sono sostenute da batteri, spesso resistenti agli antibiotici convenzionali: i peptidi antimicrobici avrebbero la caratteristica di non modificare nel tempo la loro potenzialità antibatterica. Queste molecole, sintetizzabili abbastanza agevolmente, si presentano pertanto come interessanti per aprire un’alternativa efficace nella terapia antibatterica della fibrosi cistica. Da parecchi anni essi sono oggetto di studio senza che al momento si sia ancora potuto disporne per l’impiego corrente.

Un recente studio multicentrico canadese ha preso in considerazione 150 peptidi antimicrobici di sintesi testandoli in vitro contro quattro specie batteriche comunemente coinvolte nella fibrosi cistica: Ps. Aeruginosa, St. maltophilia, Achromobacter Xylosoxidans e Staphylococcus aureus.

Cinque di questi peptidi hanno dimostrato una potente attività antimicrobica, anche dopo ripetuti passaggi in cultura, e sono stati cimentati successivamente nel trattamento in vivo di ratti previamente infettati cronicamente con Pseudomonas aeruginosa mucoide. Un trattamento per tre giorni, sia per instillazione endotracheale che per aerosol, ha ottenuto una significativa e persistente riduzione della carica batterica di Pseudomonas nei polmoni dei ratti. Ulteriori esperimenti in vivo hanno inoltre dimostrato una sensibile attività antinfiammatoria per tre di questi peptidi.

Questi dati sono estremamente promettenti, anche se parecchia strada rimane ancora da fare prima che simili risultati possano essere riprodotti nell’uomo. Va considerato infatti che questi piccoli peptidi sono in parte suscettibili di degradazione da parte di enzimi (proteasi) prodotti dai globuli bianchi, presenti in abbondanza nelle secrezioni bronchiali infette del malato fibrocistico, e che alcuni di essi necessitano di un ambiente salino particolare per essere attivi, ambiente che può essere alterato nelle secrezioni bronchiali CF.

Zhang L, et al. Antimicrobial peptide therapeutics for cystic fibrosis. Antimicrobial Agents and Chemotherapy 2005;49:2921-2927

ALTRI PROGRESSI DI RICERCA

Il fumo riduce l’efficacia della terapia con Kaftrio

Un nuovo studio retrospettivo dimostra che l’esposizione al fumo riduce i benefici a lungo termine della terapia per la fibrosi cistica più efficace oggi disponibile: la tripla combinazione elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor

Splicing e CFTR: come mutazioni apparentemente simili possono avere esiti diversi

Le mutazioni che alterano lo splicing dell’RNA possono avere conseguenze molto diverse sulla produzione della proteina CFTR. Capire questi meccanismi è fondamentale per valutare l’eleggibilità al trattamento con Kaftrio.

La gestione dell’insufficienza pancreatica nelle persone con fibrosi cistica: le nuove linee guida europee

Sono da poco state pubblicate le nuove linee guida europee su diagnosi, monitoraggio e trattamento dell’insufficienza pancreatica. Autori e autrici hanno elaborato raccomandazioni specifiche per le persone con fibrosi cistica