FFC#6/2022

Ricerca di combinazioni di farmaci capaci di eliminare Mycobacterium abscessus nella fibrosi cistica

FFC#6/2022

I farmaci beta-lattamici in combinazione con bedaquilina e amikacina si sono dimostrati efficaci in vitro sulle forme in fase replicativa di Mycobacterium abscessus

Responsabile

Federico Giannoni (ISS, Dip. Malattie Infettive)

Partner

Emanuele Borroni (Unità Patogeni Batterici Emergenti, Istituto Scientifico San Raffaele, Milano)

Ricercatori coinvolti

3

Categoria/e

AREA 3 Terapie dell’infezione broncopolmonare

Durata

1 anno

Adozione raggiunta

€ 70.000 €

RISULTATI

Le persone con fibrosi cistica (FC) sono più soggette a infezioni polmonari di vario tipo, tra cui Mycobacterium abscessus (Mab). Mab è un batterio ambientale, che in alcune condizioni può colonizzare i polmoni e causare una grave patologia, difficilmente curabile a causa dell’elevata resistenza ai farmaci di questa specie. Inoltre Mab, come molti batteri, può presentarsi in varie forme, in attiva replicazione, dormienti o “persistenti”. Le ultime due sono le forme che ostacolano il successo terapeutico, rendendone lo studio particolarmente importante.
I ricercatori hanno usato colture in vitro di M. abscessus in condizioni di areazione, che stimola la crescita batterica, o di riduzione di ossigeno, in cui i batteri entrano in una forma dormiente.
Le tre forme di Mab sono state usate per studiarne la risposta ai farmaci e la fisiologia. Sono stati testati diversi antibiotici, tra cui 3 beta-lattamici, 2 tetracicline e un ossazolidinone, sia sulla forma replicativa che su quella dormiente; da soli e in combinazione con bedaquilina e amikacina (B+A), efficace su Mab. È risultato che i farmaci beta-lattamici sono efficaci e aumentano l’efficacia di B+A nei batteri in fase replicativa.
Inoltre sono state studiate le forme che sopravvivono ai farmaci (persisters) dal punto di vista dell’espressione genica. È emerso che i batteri dormienti e quelli persistenti sono molto simili, da qui la comune maggiore resistenza ai farmaci.
Infine, sono stati fatti dei test per verificare quali farmaci siano attivi sulle forme persistenti, aggiungendo i composti in un tempo successivo rispetto al trattamento con B+A. Si è osservato che l’aggiunta di farmaci in un tempo successivo rispetto a B+A ne aumenta l’efficacia rispetto all’aggiunta contemporanea.
Questo studio apre la strada a un nuovo approccio verso la ricerca di una terapia più efficace, in cui devono essere prese in esame principalmente le forme più resistenti. I modelli presentati devono essere utilizzati per trovare delle combinazioni che siano efficaci su tutte le forme batteriche.

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