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Irma e Marco. Le parole di due combattenti.

Intervista doppia ai protagonisti dello spot della Campagna di Natale

Irma Testa, campionessa olimpica di boxe, e Marco Landucci, malato di fibrosi cistica e testimonial di FFC Ricerca, sono due combattenti e insieme sono protagonisti dello spot realizzato per la Campagna di Natale di Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica.

La vita, per scelta o per sorte, li ha portati a impregnare di senso termini come sacrificio, sfida, costanza, vittoria. Dentro il ring, fuori dal ring si scontrano con i loro limiti e spostano sempre un passo più in là i loro obiettivi.
Due storie che nascono lontane, e che vivono di quotidianità apparentemente molto distanti, oggi si incontrano per dare vita a un messaggio di forza, coraggio e speranza.

Il verbo lottare presuppone che ci sia un avversario. Qual è il tuo?

Irma sul ring di Tokyo 2020. Ph. FPI Bozzani

Irma. La paura, che ha il potere di immobilizzarmi e di non farmi essere reattiva sul ring. Per questo affronto ogni sfida con l’idea della vittoria. Il fatto di voler vincere mi fa vivere l’incontro senza paura, tenendo ben saldo in mente l’obiettivo.
Marco. Il tempo. Vivo ogni giorno tentando di vincerlo, aggiungendo ad esso qualità lo faccio scorrere più lentamente, ricordandomi che è la cosa più preziosa che ho e che tutti noi abbiamo. Anche oggi che grazie ai nuovi farmaci sto meglio, a tratti mi faccio pervadere dalla paura di non averne abbastanza per fare tutto. So che in molti nella mia situazione mi capiranno.

Sul ring, con una mano ci si difende il volto, con l’altra si attacca. Una metafora della vita?

Irma. Sono due azioni ugualmente importanti in questo sport. Se non mi difendo, mi colpiscono; se non agisco, vengo attaccata. Più difficile è difendersi nella vita, affrontare a testa alta le difficoltà, sferrare con forza colpi alla cattiva sorte. Forse è per questo che io sul ring mi sento così libera, nonostante sia circondata da 16 corde: è lì che mi esprimo al meglio, senza condizionamenti esterni. Sono solo io.
L’incontro con Marco sul set dello spot è stato davvero importante, perché parlando con lui ho colto la sua forza, la sua positività e il suo ottimismo e tutto questo mi è stato di grande insegnamento. Porterò questo monito nelle prossime gare.
Marco. Cerco di fare tutto come se la malattia non fosse un impedimento, devo cercare di essere più forte di lei e lottare fino alla fine. A questo atteggiamento offensivo, devo accompagnarne uno di difesa: stare attento, seguire le cure, vivere con precauzioni per scongiurare gravi peggioramenti del mio stato di salute.

Cos’è per te lo sport?

Irma. Lo sport per me è passione, ma anche una via d’uscita dalle difficoltà. Ho vissuto sulla mia pelle molti momenti difficili e bui legati anche al territorio, e lo sport mi ha permesso di allontanarmi da quella realtà. Spero che raccontare la mia storia e di come con la tenacia, la grinta e la determinazione si possano raggiungere obiettivi importanti possa essere d’ispirazione per chi sta affrontando sfide anche più grandi delle mie. Sempre sul set dello spot io e Marco ci siamo confrontati. Lui faceva il paragone tra le sue e le mie sfide, ma non sono paragonabili, perché le mie sono molto più sciocche rispetto a quelle di chi, come lui, ogni giorno combatte contro questa malattia.
Marco. Nel momento più buio, in cui ho toccato il fondo e sono stato molto male, mi sono buttato a capofitto nello sport, ho iniziato a praticarlo quotidianamente. Mi ha permesso di superare i miei limiti e ho capito che i limiti esistono solo nella nostra testa e che i benefici arrivano se ci metti impegno e costanza. Lo sport mi ha salvato la vita.

Cosa significa per te “fare del bene”?

Irma e Marco sul set dello spot per la Campagna di Natale

Irma. Raccontare che dalle difficoltà ci si può rialzare più forti è fare del bene perché contiene un messaggio di speranza. Altrettanto, per aiutare le persone con fibrosi cistica e sostenere la ricerca credo ci sia questo modo: informarsi sulla malattia, interessarsi alle storie e alle sfide che la ricerca sta tentando di vincere, e donare per permetterle di fare nuovi passi avanti. Sarebbe davvero sciocco non farlo.
Marco. Far arrivare la mia esperienza, la mia forza e, perché no, anche i racconti dei momenti di profonda fragilità a chi vive una situazione come la mia. Voglio fare in modo che nessuno si senta solo. Un’altra mia passione è la musica. Ho iniziato a suonare il pianoforte a 13 anni e mi sarebbe sempre piaciuto cantare ma per via della malattia, il fiato era quello che era. La cura che sto seguendo con questo nuovo farmaco mi ha permesso di dedicarmi nuovamente alla musica e di cantare. E ho scritto questa canzone che si chiama “Anima” e parla della fibrosi cistica come se fosse una donna che mi fa stare male ma dalla quale non mi posso separare. Mi auguro possa arrivare a quante più persone possibili, per sensibilizzare e far conoscere la realtà con cui siamo obbligati a fare i conti tutti i giorni. A dicembre uscirà la mia seconda canzone ed è solo l’inizio di un nuovo percorso.

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