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Martina

Tossire in pubblico significa essere guardati come se si fosse contagiosi. Prendere medicine a ogni passo ha per effetto di sentirsi giudicati, neanche fossimo tossici. Io ci scherzo tanto su questo, ma convivere con la fibrosi cistica resta un duello con un avversario imprevedibile e sconosciuto ai più.

Sono del 1997. Sono iscritta al primo anno di università. Vengo da Fano e faccio la pendolare per frequentare l’Accademia delle Belle Arti a Rimini. Mi sono diplomata all’istituto professionale grafico. Mi appassiona la grafica pubblicitaria. Nei mesi estivi lavoro come animatrice turistica e studio. Uscire, andare in giro con gli amici e in discoteca, mi piace.

Con la fibrosi cistica ci sono nata. Non nascondo la malattia, per fare capire che è normale, lo è per me almeno. Vivo la vita come tutti, finché posso. Ho ballato per cinque-sei anni. Facevo hip hop. Da quest’anno non ci riesco più. Le persone se le fanno le domande. A me le fanno. Tante. Rispondo con le mie parole, sdrammatizzando, perché comunque non sono la diversa e di compassione non ce n’è bisogno. Faccio tutto un po’ meno degli altri e arrivo dove arrivo. Dei limiti ci sono, connaturati alla malattia. Non sono mai al cento per cento, ma il fatto di avere dei limiti non me ne ha mai posto nessuno.

Fino a un certo punto della vita starò benino, poi la salute andrà a calare. Sono dipendente da antibiotici 365 giorni l’anno. L’unica mia paura è che arriverò a un punto in cui gli antibiotici non faranno più effetto. Mi hanno sempre salvato, bene o male. Funzionano funzionano, ma non funzioneranno per sempre. Ho continuato a pensare “da qui a quando sarò grande qualcosa arriverà, se la ricerca avanza. Diventerò vecchia”.

È per questo che ho scelto di raccontarmi e di invitare a donare il cinque per mille alla ricerca sulla fibrosi cistica. Finanziarla significa sostenere il lavoro degli scienziati, portarli a nuove scoperte, alimentare la nostra speranza in una cura. La ricerca soltanto può fermare l’avanzare della malattia e salvarci. Puoi farlo anche tu.

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Dai respiro alla ricerca, dona il 5x1000.