Antibiotici endovena verso aerosol: effetto su infiammazione delle basse vie aeree FC

Antibiotici endovena verso aerosol: effetto su infiammazione delle basse vie aeree FC

Si sa che la tobramicina per via aerosolica è in grado di rimuovere, o di ridurne sostanzialmente la carica, almeno temporaneamente, Pseudomonas aaeruginosa dalle basse vie aeree FC, senza però incidere sull’infiammazione polmonare, che è invece ritenuta un fattore chiave nella progressione della malattia. Obiettivo di questa ricerca (1) è verificare l’ipotesi che gli antibiotici somministrati per via endovenosa siano più efficaci di quelli per aerosol nel ridurre l’infiammazione polmonare. I risultati sembrerebbero suggerire che, se si prende come indicatore di efficacia della terapia la riduzione di cellule infiammatorie nel liquido bronco alveolare, il trattamento per via endovenosa possa avere un effetto maggiore sull’infiammazione.

Partecipano allo studio 21 bambini, di età compresa fra un anno e dieci anni, che sono in condizioni di stabilità clinica, ma hanno presentato di recente (entro tre mesi) Pseudomonas nell’escreato. È loro assegnato random il tipo di trattamento antibiotico: ceftazidime e tobramicina per via endovenosa per due settimane (infuse attraverso catetere venoso centrale); e tobramicina per aerosol due volte al giorno per 4 settimane. Prima dell’inizio e alla fine del trattamento sono effettuate broncoscopia e lavaggio broncoalveolare nel lobo polmonare che presenta maggiori alterazioni radiologiche (il “peggiore” lobo del polmone). Dopo il lavaggio viene prelevato il BALF, cioè il Fluido derivante dal Lavaggio Bronco Alveolare e ne viene analizzato il contenuto in cellule (neutrofili, linfociti, eosinofili, macrofagi), batteri e citochine (proteine infiammatorie). Su 21 bambini arruolati, solo 15 riescono a completare lo studio, 6 per il “gruppo aerosol” e 9 per il “gruppo via endovenosa”. L’analisi del BALF mostra che, rispetto ai valori pretrattamento, i leucociti neutrofili, le proteine infiammatorie e la carica batterica risultano diminuite, ma che questa diminuzione ha valori simili nei due gruppi. Solo un dato, e cioè la diminuzione totale del numero di cellule infiammatorie contenute nel BALF, è maggiore nel “gruppo via endovenosa” e indicherebbe che la terapia endovenosa è più efficace di quella aerosolica. Per quanto riguarda Pseudomonas, esso scompare dal BALF di tutti i bambini trattati con antibiotico per via endovenosa, mentre solo nella metà di quelli trattati con aerosol. Ma il confronto su una così modesta casistica ha poco valore e in ogni caso la differenza non risulta statisticamente significativa.

E’ una ricerca che usa metodi abbastanza invasivi: broncoscopia e lavaggio broncoalveolare prima e dopo il trattamento antibiotico, antibiotici infusi attraverso catetere centrale (gli autori non danno spiegazioni di questa particolare scelta). Anche per questo è difficile da realizzare: i partecipanti sono pochi e arruolati con difficoltà. E’ una ricerca che dovrebbe produrre “evidenze” in grado di sostenere la scelta di un tipo di trattamento antibiotico rispetto all’altro. Ma l’impressione è di un grosso sforzo, sia da parte dei ricercatori che dei pazienti indagati, sforzo che, a posteriori. non appare giustificato dai risultati ottenuti, che danno come più efficace il trattamento endovenoso, ma con un vantaggio molto modesto e “tirato per i capelli”. Forse il maggior risultato della ricerca è nel dire che il contenuto di cellule infiammatorie nel BALF non è un indice utile per monitorare l’infiammazione polmonare. Bisogna cercare un indice migliore e, infatti, oggi molti studi nel campo dell’infiammazione hanno quest’obiettivo.

1) Noah TL, Ivins SS, et all ” Inhaled versus systemic antibiotics and airway inflammation in children with cystic fibrosis and Pseudomonas” Pediatric Pulmonology 2010;45:281-290

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