La presenza di ceppi di Stafilococco aureo resistenti agli antibiotici, in particolare resistenti al gruppo delle beta-lattamine, cui appartengono la penicillina e la meticillina (ceppi definiti con la sigla “MRSA” = Multi-Resistente Stafilococco Aureo) è in aumento nei soggetti con FC. Di qui questo studio di un gruppo di ricercatori americani (1). Il disegno della ricerca è di tipo prospettico osservazionale. Lo scopo è capire che ripercussioni provoca la comparsa di MRSA sulla funzionalità polmonare FC. I risultati che la ricerca ottiene sono più convincenti per quanto riguarda un obbiettivo secondario (non dichiarato) che è quello di definire le caratteristiche cliniche presenti nei soggetti MRSA positivi rispetto ai quelli MRSA negativi, mentre sono più discutibili quelli che riguardano l’obbiettivo principale che è l’andamento nel tempo della funzionalità polmonare dopo la comparsa di MRSA.
I dati della ricerca vengono estratti dall’archivio elettronico riguardante 32.000 pazienti di centri americani nel periodo 1999 -2005. Viene scelto l’anno 1999 come inizio del periodo di osservazione perché da quell’anno nella raccolta dati viene inserita la precisa richiesta di segnalare la presenza di MRSA. Vengono inclusi nella ricerca i soggetti con FC con età maggiore di 6 anni, con almeno una cultura positiva per MRSA negli anni 2001-2002-2003. Questa cultura positiva deve essere preceduta da almeno tre culture negative e tre prove di funzionalità respiratoria nel periodo di osservazione precedente (che ha una durata minima di 2 anni e massima di 6 anni); inoltre deve essere seguita da tre prove di funzionalità respiratoria nel periodo successivo alla positività ( minimo 6 mesi-massimo 2 anni).
Vengono selezionati 593 pazienti con queste caratteristiche, che vengono paragonati a 4497 che non hanno mai presentato MRSA nell’intero periodo dello studio (5 anni). Nel confronto delle caratteristiche cliniche si può vedere che i soggetti MRSA positivi rispetto a quelli MRSA negativi hanno, al momento della comparsa di MRSA, età media simile (circa 17 anni), distribuzione simile per sesso, simile stato nutrizionale, simile presenza di Pseudomonas. Però, nel periodo precedente la comparsa di MRSA sono stati trattati molto più frequentemente con terapia antibiotica, sia per bocca che per via endovenosa che per aerosol. La funzionalità respiratoria di questi soggetti non è molto diversa dagli altri al momento del primo isolamento di MRSA ma è diversa come andamento nel tempo, perché sembra presentare un peggioramento più rapido sia prima che dopo la comparsa di MRSA; questo andamento peggiorativo non viene accentuato dalla comparsa di MRSA. In sintesi, i soggetti che presentano MRSA sembrano avere una forma di malattia che richiede maggiore terapia antibiotica e ha un andamento funzionale diverso da quelli che sono MRSA negativi.
Punti critici: poco precisi i criteri di inclusione (e di esclusione ) dei pazienti, troppo ampio e generico (non viene indicata nemmeno un’età massima) l’arco di età considerata. Troppo generico e di nuovo forse con estremi troppo ampi il periodo di osservazione dopo la positività di MRSA (quanti vengono osservati per 6 mesi, quanti per due anni? sono assimilabili gli effetti dopo 6 mesi a quelli dopo 2 anni?). Soprattutto discutibile l’elaborazione dei dati, che non tiene conto di un andamento della funzionalità respiratoria con tutta probabilità diverso a seconda che MRSA sia occasionale o abituale. Questo poteva essere trattato come criterio diversificante iniziale dal momento che, in questa ricerca, la maggioranza dei pazienti MRSA positivi, dopo la prima occasionale comparsa del germe, lo presenta solo un’altra volta successivamente; quelli che lo presentano in maniera abituale sono solo il 38% di tutti gli MRSA positivi.
1) Sawicki G S, for the “Investigators and Coordinators of the Epidemiological Study of Cystic Fibrosis ” The impact of incident methicillin resistant Staphylococcus aureus detection on pulmonary function in cystic fibrosis” Pediatric Pulmonology 2008; 43: 1117-1123