FFC#16/2021

Valutazione delle proprietà antibatteriche del Kaftrio

FFC#16/2021

Il trattamento con Kaftrio può influenzare la suscettibilità agli antibiotici in Pseudomonas aeruginosa e indurre nei batteri mutazioni che ne alterano la virulenza

Responsabile

Cristina Cigana (Unità Infezioni e Fibrosi Cistica, divisione di Immunologia, Trapianti e Malattie Infettive, Istituto San Raffaele Milano)

Partner

Daniela Girelli (Lab. Microbiologia FC, Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano); Ersilia Vita Fiscarelli (Lab. Microbiologia FC, Ospedale Bambino Gesù, Roma)

Ricercatori coinvolti

12

Categoria/e

AREA 3 Terapie dell’infezione broncopolmonare

Durata

2 anni

Adozione raggiunta

€ 104.000 €

RISULTATI

L’introduzione del Kaftrio ha portato notevoli benefici clinici alle persone con fibrosi cistica (FC) per le quali il farmaco è prescrivibile. Tuttavia, le variazioni osservate nella risposta al trattamento suggeriscono l’esistenza di meccanismi indipendenti da quelli diretti al canale CFTR. Comprendere se fra questi meccanismi vi sia anche un effetto diretto o indiretto sul batterio Pseudomonas aeruginosa fornirebbe ulteriori informazioni su come agisce il Kaftrio e sul suo impatto su funzioni batteriche che potrebbero influenzare l’efficacia della terapia.
In questo studio sono stati isolati ceppi (cioè tipi) di P. aeruginosa da 12 persone con FC subito prima dell’inizio del trattamento con Kaftrio, e poi dopo 12 e 18 mesi di trattamento e sono stati raccolti dati clinici dei pazienti, come la funzionalità respiratoria.
I ceppi di P. aeruginosa isolati sono stati testati per la suscettibilità agli antibiotici e ne sono state definite le caratteristiche, per esempio la secrezione di composti dannosi come la piocianina. È stato poi valutato l’effetto di questi ceppi su cellule epiteliali bronchiali sia con CFTR normale che con la mutazione F508del per comprendere se il trattamento con il Kaftrio influenza l’attività infiammatoria del batterio. Inoltre, è stato sequenziato il materiale genetico dei diversi tipi di batteri per valutare se il Kaftrio induce mutazioni e/o altera la virulenza batterica. Infine, i dati ottenuti sono stati correlati alla risposta clinica.
Dai risultati emersi, si è osservato che c’è una relazione tra i livelli di piocianina e la funzionalità respiratoria delle persone con FC. Sono state osservate differenze persona-specifiche nella suscettibilità agli antibiotici, nell’impatto sulla risposta infiammatoria e nella produzione di biofilm (una forma di aggregazione batterica) associate al trattamento con Kaftrio. Inoltre, si sono avute le prime evidenze che il Kaftrio induce, nei batteri, mutazioni che possono alterare la loro virulenza.
L’analisi andrà ora estesa ad altre persone con FC e per un periodo di tempo maggiore per capire come il Kaftrio modifica P. aeruginosa a lungo termine. L’identificazione di tratti batterici specifici come fattori di rischio per l’efficacia di Kaftrio porterebbe a una sorveglianza attenta e all’uso di terapie antibiotiche mirate.

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