Quando una causa ti tocca da vicino, la vivi col cuore: la storia di Cristian

Intervista a Cristian Egizii
di Giulia Bovi
Quando una causa ti tocca da vicino, la vivi col cuore: la storia di Cristian

Cristian, come mai eri felice quando ti abbiamo telefonato per dirti che avresti accolto anche quest’anno i volontari FFC Ricerca?

Io sono molto sincero e davvero sono felice di questa notizia: mi piace la Fondazione perché pur affrontando una malattia difficile, dura, lo fa con un approccio positivo. Mi corrisponde, perché non amo chi si piange addosso, mentre apprezzo profondamente chi reagisce con proattività.
Inoltre, è una tematica che mi ha toccato da molto vicino, anche se non direttamente: sono stato direttore di negozio di Alan (volontario FFC Ricerca, dipendente Tecnomat e papà di un bimbo con FC, nda) prima della diagnosi, e sono stato direttore anche di Alice (volontaria FFC Ricerca, ex dipendente Tecnomat, mamma di un bimbo con FC e moglie di Alan, nda). Questi due ragazzi giovani, brave persone a cui mi sono nel tempo affezionato, sono stati sconvolti dalla diagnosi del loro bambino. Erano molto provati, e noi colleghi con loro. Nel momento in cui hanno iniziato a parlarci della Fondazione il nostro sostegno è stato immediato. Innegabilmente, quando una causa ti tocca da vicino, si dà una mano col cuore.
Personalmente destino sempre anche il 5×1000 a FFC Ricerca; ho la fortuna di non avere persone, nella mia cerchia ristretta, con altre patologie, quindi do il mio contributo alla ricerca sulla fibrosi cistica, per sostenere genitori come Alan e Alice, per aiutare bambini come il loro.

Davvero ti mancherà anche il Bike Tour?

Certo che sì! In generale sono un appassionato di sport e il ciclismo è uno degli sport che seguo, ero un grande tifoso di Bugno. Lo sport dà un messaggio positivo, di coesione, di squadra; il ciclismo, come lo sci, dal mio punto di vista permette di stare all’aria aperta e di ricaricarsi, è un grandissimo vettore di energia! È così che mi piace pensare anche al mio ruolo di direttore di negozio: mi immedesimo un po’ nell’allenatore, si crea un’ottima energia. Ricevere i ciclisti del Bike Tour FFC Ricerca è stato molto entusiasmante anche per noi, per la squadra Tecnomat. Ci ha regalato una giornata diversa, un giorno carico della positività tipica dello sport e del volontariato. Ancora una volta, un approccio positivo, no?

Quindi per la tua squadra di colleghi nel punto vendita, cosa significa aprire le porte alla Fondazione? 

Un po’ questo: da un lato prendere consapevolezza della malattia e dei risultati che stiamo raggiungendo attraverso la ricerca, che va avanti anche con il supporto concreto di Tecnomat come azienda e di noi singoli. In negozio ci è capitato di parlarne anche tra noi, al di fuori dei momenti “istituzionali”, ma è proprio a questi momenti che dobbiamo il nostro essere oggi più consapevoli e coinvolti.

Ciclamini, Bike Tour, Charity Dinner… Cosa ti è rimasto più impresso della partnership del 2023?

Sicuramente tutti questi appuntamenti sono coinvolgenti e trasmettono qualcosa di importante. Nel Tecnomat di Pero il Ciclamino della ricerca è andato a ruba, ma donare un fiore è un’attività consolidata, uno strumento di tipo “standard” per un’organizzazione no profit; la cena di raccolta fondi invece mi è rimasta più impressa, perché è un’occasione più ristretta, in un ambiente più raccolto in cui vi è maggiore possibilità di approfondire la tematica e la conoscenza con chi si dà da fare per una soluzione (in questo caso, per una cura). Mi fa piacere aggiungere che parlare con il presidente di FFC Ricerca Matteo Marzotto è stato molto stimolante, è un uomo d’impresa, certamente è coinvolto in numerose realtà, eppure è evidente che mette tutto se stesso in ciò che fa per la ricerca. Ha un forte carisma, mi ha messo a mio agio anche con un campione come Maurizio Fondriest. Dopo una charity dinner così esci che hai acquisito conoscenza, hai toccato con mano l’entusiasmo di tanti e hai percepito che tutti erano lì per un’unica ragione.

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