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7 Dicembre 2017

I giorni di permesso di un lavoratore per assistere la figlia con FC

Autore: Stefano
Domanda

Salve cari amici di FFC, sono un dipendente pubblico padre di un bimbo con FC. Usufruisco dei permessi previsti dalla Legge 104. Avendo avuto notizie contrastanti a riguardo, vi chiedo se assumo un atteggiamento illegale e illegittimo quando usufruisco della giornata di permesso senza che ci siano emergenze e il bimbo si reca regolarmente a scuola. Sono confuso e, per evitare irregolarità, ho scelto di rinunciare di fatto ai permessi se non quando ci sono le visite specialistiche. Grazie per la risposta e per il sostegno che ci date.

Risposta

Con la legge 104/92 il legislatore ha predisposto un quadro che mira alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione della persona con handicap, al fine di prevenire e rimuovere le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona, il raggiungimento dell’autonomia e la partecipazione alla vita della collettività, nonché la realizzazione dei diritti civili, politici e patrimoniali.

Ai lavoratori che assistono familiari portatori di handicap grave sono riconosciuti i permessi retribuiti aventi come scopo la cura e l’assistenza del portatore di handicap. L’art. 33, comma 3, così come modificato dell’art. 24, comma 1, lett. a), L. n. 183/2010, prevede che “a condizione che la persona handicappata non sia ricoverata a tempo pieno, il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste persona con handicap in situazione di gravità tra quelle indicate dalla norma, ha diritto a fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, anche in maniera continuativa”.

Nella legge non si fa esplicito riferimento a come debba essere impiegato il giorno di permesso. Vero è che, in merito all’uso di quest’ultimo, spesso ci si chiede se il lavoratore che utilizza i permessi della legge 104 debba trascorrere tutta la giornata o solo le ore lavorative presso il familiare con handicap.

In aiuto in questi anni ci sono state diverse sentenze emanate dalla Corte di Cassazione, le quali sostengono che l’impiego per scopi personali della giornata di permesso retribuita costituisce un comportamento illegittimo, e moralmente scorretto, che può essere configurabile come reato: quello di truffa ai danni dello Stato (l’indennità viene corrisposta dall’Inps e solo inizialmente anticipata dal datore di lavoro); inoltre, tale comportamento giustifica il licenziamento visto che il dipendente si macchia di una condotta “infedele”. Il datore di lavoro infatti potrebbe controllare il lavoratore, a tal proposito, e verificare se lo stesso sta usando i permessi della legge 104 per scopi personali o per assistere l’invalido.

Più recentemente però la Corte di Cassazione (sentenza n. 54712/2016) ha adottato un’interpretazione più larga della norma, poiché il lavoratore con la legge 104, durante il normale corso della settimana, alterna il proprio lavoro con l’assistenza al familiare, non trovando quindi spazi per le proprie necessità (dal fare la spesa a comprare un vestito o incontrarsi con gli amici); è quindi legittimo pensare che lo faccia durante i giorni di permesso in cui ha più tempo; infatti la legge 183/2010 ha cancellato l’obbligo dell’assistenza continuativa intesa come convivenza. Ciò che però resta vietato è l’utilizzo dell’intera giornata per scopi personali come, ad esempio, per allungare un weekend o un ponte o fare viaggi di piacere.

Una riflessione: le agevolazioni sono uno strumento fondamentale e indispensabile di assistenza per il disabile, garantiti da una legge, la 104 del 1992 che è ancora oggi uno strumento importante, forse l’unico che ci vede allineati ai più avanzati sistemi di welfare europei; il riconoscimento delle agevolazioni in essa contenute comporta la conferma dell’impegno morale, oltre che giuridico, a prestare effettivamente la propria opera di assistenza nei confronti della persona malata. È bene quindi porsi queste domande sulla liceità della fruizione dei permessi in quanto il loro abuso, o l’uso improprio, comporta non solo un onere per l’amministrazione ma un impegno di spesa pubblica per lo Stato e per l’intera collettività.

Nota redazionale. Non possiamo esimerci dall’esprimere uno speciale apprezzamento per quanto ci scrive questo papà, che si è posto molto onestamente il problema morale, oltre che legale, del corretto utilizzo dei giorni di permesso in base alla legge 104/92. È questo un encomiabile esempio di cittadino che intende farsi carico personale del corretto utilizzo delle risorse di solidarietà che la nostra Comunità mette giustamente a disposizione per i meno fortunati tra noi, un segnale forte di civiltà e di responsabilità sociale (GM).

dott.ssa Vanessa Cori Assistente Sociale, Lega Italiana Fibrosi Cistica Onlus


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