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11 Maggio 2010

Gli effetti della somministrazione prolungata di Azitromicina nei pazienti senza Pseudomonas aeruginosa

G.Borgo

Negli anni scorsi sono state raccolte evidenze crescenti circa l’ipotesi che l’antibiotico Azitromicina possa agire sia come antimicrobico che come antinfiammatorio. A favore di quest’ultima ipotesi ci sono stati i risultati di studi svolti in Australia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, studi a cui hanno partecipato soprattutto bambini e adulti con infezione cronica da Pseudomonas aeruginosa. In realtà, che l’Azitromicina agisca come un antibiotico è chiaro; meno chiaro è il meccanismo alla base del suo effetto antinfiammatorio, dimostrato soprattutto in laboratorio piuttosto che nell’uomo, attraverso varie ricerche in cui l’infiammazione è indotta sempre dalla presenza di Pseudomonas aeruginosa. Perciò lo scopo che si è dato questo studio appena pubblicato (1) è capire se l’Azitromicina somministrata per bocca 3 giorni alla settimana per 6 mesi ha effetti benefici sulla situazione polmonare anche in pazienti che non hanno infezione respiratoria cronica da Pseudomonas. I risultati sono incerti: invariata la funzionalità respiratoria, però diminuito il numero delle esacerbazioni infettive di modesto impegno e lieve incremento del peso. L’incertezza dei risultati può essere dovuta anche ad un limite importante, in cui la ricerca è incorsa, e che riguarda le caratteristiche cliniche dei soggetti studiati.

Si tratta di uno studio multicentrico (31 centri FC americani e 9 canadesi), svolto dal febbraio 2007 al luglio 2009, randomizzato e in doppio cieco, con uso del placebo: questo vuol dire che su 260 partecipanti un gruppo (131 pazienti) riceveva l’azitromicina e un altro (129 pazienti) riceveva le stesse compresse, che pero non contenevano il farmaco (placebo). Il dosaggio del farmaco era di 250 mg al giorno se il peso era inferiore a 36 Kg e 500 mg se maggiore. Veniva assegnato a sorte il tipo di trattamento e nè i pazienti nè i sanitari sapevano quale fosse (dopio cieco). Per entrare nello studio bisognava avere un’età compresa fra i 6 e i 18 anni, una FEV1 maggiore del 50% e non avere Pseudomonas nelle culture respiratorie nell’anno precedente lo studio.

Questi i risultati: le caratteristiche cliniche dei due gruppi mesi a confronto, gruppo “Azitromicina” e gruppo “placebo” sono molto simili. L’età media è di circa 10 anni, simili genotipo e stato nutrizionale, simile nelle culture respiratorie la presenza di Stafilococco aureo e/o di altri batteri (assente naturalmente Pseudomonas). FEV1 media 97% nei trattati e 99% fra gli altri. Dopo 6 mesi: praticamente immodificati in entrambi i gruppi i valori di FEV1. Però, fra i trattati con Azitromicina è più basso il numero di coloro che hanno esacerbazioni respiratorie di lieve entità. Simile (comunque modesto ) in entrambi i gruppi il numero di coloro che hanno esacerbazioni serie al punto da dover iniziare terapia antibiotica per via endovenosa. Sostanzialmente invariato il quadro microbiologico.

Un problema di rilievo nel metodo della ricerca ci sembra il fatto che entrambi i gruppi risultano costituiti da pazienti con funzionalità respiratoria in prevalenza buona o addirittura brillante, indicativa di una situazione polmonare scarsamente compromessa (gli autori della ricerca ammettono che si tratta di soggetti con malattia polmonare “lieve”). E il miglioramento di una funzionalità respiratoria già buona è un risultato assai difficile da ottenere e da dimostrare nei soggetti con FC. Viene da chiedersi se nei confronti di un quadro polmonare più compromesso gli effetti dell’Azitromicina usata come antinfiammatorio sarebbero stati diversi e avrebbero determinato effetti diversi sulla funzionalità polmonare. D’altro canto, il numero di pazienti FC con funzionalità respiratoria compromessa e assenza di Pseudomonas è più scarso e sarebbe stato più difficile metterne insieme una casistica sufficiente sul piano statistico. Ma è legittimo introdurre anche un’altra ipotesi: l’azitromicina, oltre al possibile effetto infiammatorio, avrebbe un’azione più diretta su Pseudomonas aeruginosa e in particolare contro il “biofilm” di Pseudomonas (la protezione mucoide in piccole comunità batteriche). Già vi sono alcuni studi che danno supporto a tale ipotesi (2), che giustificherebbe quindi maggiormente l’impiego di azitromicina nei pazienti FC con infezione cronica da Pseudomonas.

A margine degli aspetti scientifici, è interessante notare il titolo con cui le reti web di informazione sanitaria (come http://medicalnewstoday.com) hanno diffuso i risultati della ricerca: “L’uso degli antibiotici nei bambini con FC non migliora la funzione polmonare”. Titolo certo sorprendente, ma del tutto fuorviante. Un titolo come “L’uso di un antibiotico come antinfiammatorio nei bambini con FC non migliora la funzione polmonare” sarebbe stato più fedele ai contenuti, anche se meno d’effetto.

1) Saiman L. et all. ” Effect of Azitromycin on pulmonary function in patients with Cystic Fibrosis uninfected with Pseudomonas aeruginosa: a randomized controlled trial “. JAMA 2010; 303(17): 17107-1715

2) Mulet X, et al. Azithromycin in Pseudomonas aeruginosa biofilms: bactericidal activity and selection of nfxB mutants. Antimicr Agents Chemother. 2009;53:1552-60