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21 Giugno 2007

Il pancreas nei bambini diagnosticati attraverso screening neonatale: funzionamento alla nascita, evoluzione nel tempo e rapporto con il genotipo CFTR.

G. Borgo

Scopo di questa ricerca (1) è conoscere come funziona il pancreas nei bambini FC diagnosticati attraverso screening neonatale e come evolve in seguito, soprattutto nei casi in cui si presenta come pancreas funzionante o “sufficiente” (=PS, mentre quello non funzionante è chiamato PI= pancreas insufficiente); e inoltre indagare la possibilità di prevedere l’evoluzione correlata alle mutazioni del gene CFTR presenti nel genotipo. Sono stati inclusi nello studio un totale di 315 bambini diagnosticati attraverso screening neonatale in 9 anni (dal gennaio 1993 al dicembre 2001), 149 presso il Centro FC di Verona e 166 a Sidney, presso il Children’s Hospital di Westmead.

In entrambi i centri la procedura dello screening prevede il dosaggio dell’IRT su goccia di sangue entro la prima settimana di vita e in caso di IRT elevata l’analisi di mutazioni del gene CFTR: a Verona in prima battuta un pannello di 12 mutazioni oltre alla DF508, a Sydney solo la DF508, che in quella popolazione ha una frequenza molto elevata.
La valutazione della funzionalità pancreatica è stata fatta nella maggior parte dei casi subito dopo la diagnosi e prevalentemente attraverso bilancio dei grassi; in un piccolo numero di casi è stata fatta in epoca successiva, variabile fra 6 mesi e due anni, e talora per mezzo di sondaggio duodenale piuttosto che di bilancio dei grassi (soprattutto nei bambini australiani).

I PS diagnosticati alla nascita sono stati valutati prospetticamente nei 9 anni dello studio con controlli periodici (ad intervalli variabili da 3 mesi e 12 mesi ) secondo le procedure adottate nei due Centri: valutazione dei sintomi sospetti di malassorbimento, dosaggio nel sangue delle vitamine liposolubili, della chimotripsina fecale nelle feci e all’occorrenza ripetizione del bilancio dei grassi.
La percentuale di bambini che alla nascita presentano PI e PS è risultata simile in entrambi i centri: a Verona i PI diagnosticati sono stati il 77% e a Sydney il 72%, e i PS rispettivamente 23% e 28%. Il controllo nel tempo dei PS ha messo in luce due sottogruppi: quelli che mantengono il loro stato di PS; e quelli che perdono la funzione pancreatica e diventano PI in un tempo variabile compreso fra il primo anno di vita e l’infanzia avanzata. Su di un totale di 80 PS diagnosticati, 60 (75%) rimangono PS e 20 (25%) diventano PI ad un’età compresa fra i 2 e i 56 mesi (età mediana 12 mesi). I 20 neonati che da PS diventano PI hanno tutti due mutazioni “severe” nel genotipo: 12 su 20 sono omozigoti DF508 e 6 hanno DF508 combinata con un’altra mutazione severa.

Indirettamente questo ci dice anche che alla nascita, anche se il genotipo è “severo”, il pancreas può presentarsi come funzionante e il fatto non è nemmeno tanto raro: in questo gruppo di neonati, su di un totale di 231 neonati con genotipo composto di mutazioni entrambe severe, 34 (corrispondente al 15% ) si sono presentati come PS. Invece i neonati che hanno almeno una mutazione lieve nel genotipo e che quindi, in base a quanto si sa, dovrebbero presentarsi e rimanere PS, in questa casistica sono 28 su 315. 26 di questi 28 si presentano alla nascita come PS, 2 come PI (e in entrambi i casi il genotipo è DF508 assieme ad una mutazione che è conosciuta per avere effetti variabili 3849+10KbC->T.) In tutti gli altri 26 lo stato di PS rimane tale per tutto l’arco di tempo osservato (al massimo 12 anni) e conferma quanto finora noto.

La ricerca ribadisce quindi la presenza di una correlazione stretta fra la funzionalità pancreatica e le mutazioni del gene CFTR; sottolinea la necessità, per i bambini che si presentano con PS, di controllare periodicamente la funzionalità pancreatica, soprattutto se il genotipo è composto di mutazioni severe.

1) Cipolli Marco, Castellani C et all “Pancreatic phenotype in cystic fibrosis patients identified by mutation screening” Arch Dis Child 2007, Apr 20