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14 Luglio 2010

La presenza di MRSA (Stafilococco Aureo Meticillino Resistente) può influire sulla durata di vita del malato FC?

G.M.

Sta aumentando nei malati FC la prevalenza del batterio MRSA (Stafilococco Aureo Meticillino Resistente) e non è ben chiaro quale sia il suo effetto. Per stabilire se influisce sull’andamento della malattia e sulla durata della vita stessa è stato realizzato questo vasto studio americano (1). Sono stati inclusi nello studio 19.833 pazienti di età compresa fra 6 e 45 anni, che erano assistiti presso centri FC americani nel periodo compreso fra gennaio 1966 e Dicembre 2006 e sono stati poi seguiti fino al Dicembre 2008. Il criterio di inclusione era la comparsa (in un solo esame dell’escreato) di MRSA. MRSA è stato ritrovato in 5759 pazienti. Il tempo mediano di osservazione per ogni paziente è stato di 7,3 anni. All’ingresso nello studio quelli con MRSA sono risultati essere più giovani rispetto ai pazienti senza MRSA (età media 15 anni), in maggior numero appartenenti ad un basso livello socio economico, con pancreas insufficiente, con precedente presenza di Pseudomonas aeruginosa e Stafilococco Aureo Meticillino Sensibile (MSSA) nell’escreato. E’ stata paragonata la durata della vita fra i soggetti con MRSA, a partire dal primo riscontro del batterio, e quelli in cui non era mai stato isolato MRSA. Assumendo 100 il rischio di morte nel lungo termine, risulterebbe che MRSA ne è specificatamente responsabile per il 34%. Inoltre, il rischio complessivo di morte in quelli con MRSA sarebbe una volta e mezza rispetto a quelli senza. Il dato rimarrebbe tale anche se si cerca di “aggiustare” il calcolo tenendo conto che altri fattori associati alla gravità della malattia possono avere la loro influenza e quindi risultare determinanti sul rischio di morte. Come al solito, i numeri e la portata della casistica che il lavoro esibisce sono notevoli. Ma lascia un po’ perplessi il fatto che le conclusioni si fondino solo su elaborazioni statistiche molto complesse: per quanto sofisticate esse siano va detto che sono basate su dati retrospettivi (raccolti sul passato) e ci si chiede se possano stabilire con certezza il peso reale di MRSA sulla prognosi FC.

Idealmente fornirebbe dati più sicuri un trial clinico prospettico, in cui tra l’altro fossero precisate le modalità di trattamento avviate quando MRSA compare, cosa che in questo lavoro non appare (lacuna non trascurabile!). E inoltre c’è da chiedersi se ha lo stesso peso un solo isolamento di MRSA o la presenza ripetuta di MRSA (anch’essa non considerata nel lavoro).

Al momento non esiste una definizione condivisa di infezione cronica da MRSA e nella ricerca viene presa in considerazione solo la sua prima comparsa. Sul problema dell’ emergenza di MRSA in FC, si può vedere una interessante messa a punto fatta da Silvia Campana e Giovanni Taccetti, nella sezione “Domande e Risposte ” di questo sito (2). Gli autori, tra l’altro, passano in rassegna gli antibiotici disponibili, segnalando tra l’altro l’ottima efficacia dell’antibiotico Linezolid sia nell’eradicazione di MRSA sia nel trattamento delle esacerbazioni a questo collegate.

1) Dasenbrook EC et all “Association between respiratory tract methicillin-resistant Staphylococcus aureus and survival in cystic fibrosis”. JAMA 2010;303:2386-2392
2) Campana S, Taccetti G., Stafilocococo meticillino-resistente e suo trattamento, Domande e risposte (06.07.10)