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14 Novembre 2012

Prove sperimentali dell’azione antinfiammatoria dell’acido ialuronico

G. Borgo

Di recente alcune esperienze cliniche realizzate su piccoli numeri di malati FC hanno suggerito che l’acido ialuronico migliora la tollerabilità dell’aerosol di soluzione salina, diminuendone gli effetti collaterali sfavorevoli (irritazione locale del faringe, broncorritazione) (1,2). L’acido ialuronico è una molecola polisaccaridica (costituita da una lunga catena di disaccaridi) appartenente alla famiglia dei glicosaminoglicani: è presente in quantità abbondante in tutti i fluidi biologici, ed è un costituente fondamentale del tessuto connettivo lasso, cioè di quel tessuto molle che riempie gli spazi all’interno delle strutture di molti organi, conferendone forma ed elasticità (di qui il suo uso come “cosmetico” antiinvecchiamento). Esperienze di laboratorio hanno mostrato come possa diminuire la secrezione dei globuli bianchi neutrofili, migliorare le difese respiratorie aumentando il battito delle ciglia dell’epitelio tracheale ed esercitare un effetto antinfiammatorio, anche se non sono del tutto chiari i meccanismi implicati (probabilmente variabili a seconda della grandezza della molecola).

In questo lavoro (3) si vogliono portare nuove evidenze circa l’azione antiinfiammatoria dell’acido ialuronico: la sperimentazione è stata condotta in vivo su topi ritenuti modelli dell’infiammazione polmonare FC e in vitro su linee cellulari derivate da epitelio bronchiale umano FC, sottoposte all’aggressione di Pseudomonas aeruginosa.

Sono stati usati topi adulti geneticamente modificati: un modello con genotipo FC DF508/DF508 e un modello con gene per il canale del sodio iperfunzionante (canale ENaC), condizione conosciuta sperimentalmente per provocare manifestazioni simili alla FC (secrezioni povere di acqua). E’ stato assunto che questi modelli animali mostrino uno stato d’infiammazione polmonare del tutto simile a quello che si manifesta in vivo nel malato FC, caratterizzata dalla presenza di un grande numero di globuli bianchi (neutrofili) e aumentata produzione di proteine infiammatorie. Entrambi i modelli sono stati trattati con aerosol di acido ialuronico per 7 giorni (30 minuti al giorno, nebulizzatore Pari turboBoy) oppure con aerosol di soluzione salina normotonica (soluzione fisiologica). Sono stati trattati con soluzione fisiologica anche topi geneticamente normali, che sono serviti di confronto. Alla fine dell’esperimento i topi sono stati sacrificati (tutte le procedure sono avvenute nel rispetto dei regolamenti approvati dalla Commissione Etica per la tutela degli animali del’Istituto Scientifico San Raffaele) e sono stati prelevati i polmoni. Questi sono stati sottoposti a studio istologico e determinazione della quantità di proteine infiammatorie (MIP2, TNFalfa, MPO) e cellule infiammatorie (macrofagi) presenti. Si è così visto che, rispetto ai topi normali, i polmoni dei topi geneticamente modificati, anche quando trattati con la semplice soluzione fisiologica, mostrano più elevati indici infiammatori. Questi indici, dopo trattamento di 7 giorni con acido ialuronico, diminuiscono fino a diventare simili a quelli dei topi geneticamente normali.

Invece per quanto riguarda gli esperimenti su modelli cellulari, sono state usate linee cellulari di epitelio bronchiale di malati FC (genotipo DF508/DF508 e DF508/W1282X) e di epitelio bronchiale stimolate tutte da un lipopolisaccaride responsabile dell’aggressività di Pseudomonas aeruginosa: un gruppo di essi è stato sottoposto a incubazione con acido ialuronico, un altro no. Le cellule FC trattate con acido ialuronico rispetto alle non trattate mostrano maggior controllo di un complesso processo (stress ossidativo con inibizione del processo di autofagia), importante, secondo gli Autori, nei meccanismi favorenti l’infiammazione.

Gli esperimenti condotti sono interessanti, anche se il valore dei risultati che producono è in parte limitato dal fatto che non sappiamo, come dicono gli stessi autori, quanto i modelli utilizzati riproducano realmente quanto avviene nel polmone del malato FC. Se fossero modelli fedeli, allora l’acido ialuronico, rispetto ad altre molecole di nuova sintesi e dagli effetti collaterali sconosciuti, avrebbe un vantaggio: essendo molecola esistente in natura e probabilmente innocua, potrebbe passare più rapidamente alla sperimentazione clinica, non solo come semplice adiuvante (=aggiuntivo benefico senza effetti farmacologici), ma anche come possibile nuovo antinfiammatorio. Comunque, prima di validare questi risultati come indicativi per un’applicazione clinica, appare indispensabile attenderne conferma sulla base di esperimenti condotti anche in altri laboratori.

1) Buonpensiero P, De Gregorio F et all “Hyaluronic Acid improves “pleasantness” and tolerability of nebulized hypertonic saline in a cohort of patients with cystic fibrosis” Adv Ther 2010; 27(11):870

2) Furnari ML, Termini L et all “Nebulized hypertonic saline containing hyaluronic acid improves tolerability in patients with cystic fibrosis and lung disease compared with nebulized hypertonic saline alone : a prospective, randomized, double-blind controlled study” Ther Adv Respir Dis 2012 Sept 11 PMID: 22968159

3) Gavina M, Luciani A,Villella V et all ” Nebulized Hyaluronic ameliorates lung inflammation in cystic fibrosis mice” Pediatric Pulmonoly 2012 Jul 23.doi:10.1002/ppul.22637 PMID 22825912