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17 Gennaio 2011

Rischio di contrarre Pseudomonas in bambini diagnosticati attraverso screening neonatale e controllati presso centri FC

G.Borgo

Il rischio di esposizione e contagio con Pseudomonas aeruginosa riguarda anche bambini piccoli che sono stati diagnosticati attraverso screening neonatale e sono poi regolarmente visitati presso il centro FC di riferimento. C’è il timore che le visite al centro diventino l’occasione di trasmissione di Pseudomonas fra i bambini che ce l’hanno e quelli che non ce l’hanno. Per evitare questo rischio si possono adottare strategie diverse. Questa ricerca confronta una strategia di divisione (in giornate diverse) delle visite dei bambini Pseudomonas negativi e positivi, rispetto a quella di farli venire insieme adottando attente misure igieniche. I risultati sembrano suggerire che la separazione dei due gruppi non ritarda in maniera significativa l’età in cui compare per la prima volta Pseudomonas. Quello che effettivamente risulta molto influente sull’età di comparsa è il fatto di poter applicare durante i controlli appropriate misure igieniche (1). La ricerca si svolge nel periodo 1996-2005 in due centri FC americani (Madison e Milwaukee, nello stato del Wisconsin). Un gruppo di 39 bambini diagnosticati per screening viene seguito nel tempo (trial osservazionale longitudinale).

I controlli sono ogni 2 mesi nel primo anno di vita e ogni 3 successivamente. All’interno di ogni centro (e quindi con l’uso sempre degli stessi spazi) ogni bambino viene inserito random o nel sistema delle visite separate (in totale 21) o nel sistema delle visite insieme (in totale 18). Diventano positivi per Pseudomonas 13 bambini su 21 del gruppo “visite separate” e 14 su 18 di quelli “visite insieme”. La mediana dell’età in cui compare Pseudomonas è 3.3 anni per il gruppo “visite separate” rispetto a 2.2 per il gruppo “visite insieme” (differenza statisticamente non significativa).

Nel corso della ricerca uno dei due centri viene sottoposto a ristrutturazione: prima di questa l’ambulatorio si svolgeva in un ambiente vecchio con una sala d’attesa di limitate dimensioni, dopo di questa gli spazi e le strutture acquistano caratteristiche appropriate, consentendo che l’applicazione delle norme igieniche diventi nel tempo sempre più rigorosa. Tutti i bambini scrinati di questa popolazione vengono seguiti con il sistema “visite insieme”. L’età in cui compare per la prima volta Pseudomonas è di 5 anni (età mediana) dopo la ristrutturazione e con il rispetto delle norme igieniche, mentre prima era molto più precoce: 1.7 anni .

Sempre per capire il rischio di trasmissione di Pseudomonas da bambino a bambino nel gruppo di bambini sottoposti a screening e inseriti nel trial sono state studiate (con tecniche di genetica molecolare) le caratteristiche dei ceppi di Pseudomonas isolati. Solo due bambini hanno mostrato di avere ceppi di Pseudomonas simili e controlli eseguiti per due volte nella stessa data. Ma i controlli sono avvenuti per entrambi parecchio tempo dopo la data del primo isolamento di Pseudomonas, suggerendo che il batterio poteva provenire da una sorgente comune di contaminazione, piuttosto che essere la conseguenza di una trasmissione durante la visita.

Le ricerche su questo tema sono numerose e con risultati purtroppo contradditori. Ne abbiamo segnalate anche altre su questo sito. I risultati e il messaggio lanciati da questa sono in controtendenza: più che la separazione fra pazienti conta avere per le visite spazi adeguati per evitare il sovraffollamento e l’eccessiva interazione, assieme al rispetto delle norme igieniche.

1) Don Hayes Jr, West S E, Farrel PM et all “Pseudomonas aeruginosa in children with cystic fibrosis diagnosed through newborn screening: assessment of clinic exposures and microbial genotypes” Pediatric Penuomology 2010; 45:708-716