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3 Ottobre 2013

Abitando vicino ad una centrale a biomassa da legna vergine

Autore: Eugenio
Argomenti: Ambiente
Domanda

Vi preoccupereste, avendo un figlio FC, se a circa 500 metri dalla vostra abitazione è attiva una centrale a biomassa vergine legnosa, che brucia per produrre energia elettrica 40 tonnellate di cippato al giorno? Grazie

 

Risposta

Tra i sistemi di combustione a biomassa, la combustione del cippato proveniente da legna vergine è sicuramente tra le più affidabili per l’emissione di sostanze inquinanti nell’aria. Inoltre la scelta di convogliare la combustione in un impianto rispetto alla diffusa modalità di combustione domestica ha il pregio di introdurre dei sistemi di filtraggio, di controllo del processo di combustione e di monitoraggio che rende più sostenibile l’impatto.

Gli impianti moderni sono forniti di sistemi per l’ottimizzazione del processo di combustione limitando la formazione di ceneri, mentre le polveri grossolane in genere sono abbattute grazie all’utilizzo di particolari filtri chiamati “multi cicloni”, e le polveri ultrafini grazie a filtri a manica in acciaio.

La normativa attuale disciplinata dal D.Lgs 152/2006 pone dei limiti alle emissioni, come si evince dalla tabella sottostante, in funzione della potenza dell’impianto.

tabella1

Non si può però nascondere che l’aspetto più rilevante, associato alla combustione delle biomasse, è l’alta concentrazione di polveri ultrasottili in particolare PM2,5 e le frazioni fini minori di <1 micron nei fumi. Questo problema è di entità sicuramente maggiore negli impianti domestici ma riguarda anche, almeno in parte, i grandi impianti termoelettrici alimentati con biomasse legnose. In entrambi i casi, i fattori di emissione attualmente disponibili segnalano che, a parità di energia prodotta, le emissioni di caldaie a biomasse, sono nettamente superiori alle emissioni di centrali alimentate con metano, come si evince dalle tabelle sottostanti:

tabella2

tabella3

Quindi, per rispondere alla domanda non disponendo allo stato attuale di una valutazione deterministica degli effetti sulla salute, ma applicando il principio di precauzione, si ritiene che abitare a distanza ravvicinata da un impianto di combustione come quello descritto, non sia ottimale per una famiglia con problematiche respiratorie.

Ci sono poi fattori che possono implementare o ridurre l’esposizione dai fumi di emissione (in considerazione del fatto che maggiore è il tempo di esposizione, maggiore è l’impatto sull’organismo) che sono derivati da diversi fattori ambientali, specie climatici, come la posizione dell’abitazione rispetto ai venti dominanti, il tipo di collocazione geografica (in valle, in collina, ecc.) e la tendenza dei fumi a stazionare o a disperdersi in atmosfera, ecc. Tali aspetti devono essere tenuti debitamente in conto al fine di valutare la significatività dell’impatto.

Nota redazionale. In situazioni come quelle descritte nella domanda appare indispensabile comunque cercare informazioni precise circa la sicurezza ambientale dell’impianto di produzione energetica a biomassa presso gli uffici competenti (ASL, Ufficio Igiene o Ufficio ecologico del Comune ed altri).

 

 

Prof. Cristiano Mastella, Geologo, insegnante, esperto di ecologia e ambiente


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