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27 Febbraio 2007

Acidi grassi omega-3 e difetto di concentrazione a scuola

Autore: Eugenio
Domanda

Mio figlio Pietro a scuola pecca di scarsa concentrazione. In un programma sulla TV Svizzera ho sentito dire che per ovviare a tale inconveniente potevano essere utili gli omega-3. Cosa ne pensate?

Risposta

Gli omega-3 sono una categoria particolare di acidi grassi a lunga catena. Questi a loro volta sono le unità costituenti i lipidi, i grassi cioè presenti nel nostro organismo e negli alimenti che consumiamo quotidianamente. La quantità di omega-3 e di omega-6 (simili tra loro per struttura e funzione) nei diversi tessuti del nostro organismo e nei vari alimenti sono variabili. Sono presenti in quantità importante nel tessuto nervoso e ne sono molto ricchi alimenti come il pesce (sgombro, merluzzo, pesce spada, tonno, trota, sardine, e aringhe), ma anche i cereali, le noci, i legumi. Da sottolineare che gli omega-3 e -6 sono detti “acidi grassi essenziali” intendendo che il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli e quindi necessita della loro introduzione con la dieta.

Recentemente, per questi particolari acidi grassi, detti anche “poliinsaturi” (hanno numerosi doppi legami tra gli atomi che li compongono), sono state ipotizzate, ma in verità poco dimostrate, una serie di funzioni (forse troppe) protettive e benefiche per il nostro organismo. Si tratta di effetti sul sistema cardiocircolatorio, laddove essi controllerebbero ed equilibrerebbero il livello nel sangue dei grassi, in particolare riducendo la quantità di quelli “nocivi”; lo renderebbero più fluido ed avrebbero un effetto benefico sulla pressione arteriosa rendendo più elastica la parete delle arterie. Effetti sull’allergia (asma e dermatite atopica), mediati da proprietà antinfiammatorie che appunto avrebbero gli omega-3. Effetti infine benefici di tipo neurologico e psico-comportamentale addirittura sulla depressione, sulla malattia di Alzheimer e sulle malattie degenerative del sistema nervoso, legati ad un loro effetto antiossidativo sui tessuti.

In pediatria in particolare, su questo versante, sono stati ipotizzati vantaggi nel lattante: nei primi due anni di vita il bambino incorpora ed accumula omega-3 e omega-6, che entrano in maniera importante nella composizione del tessuto nervoso. Sono presenti in maniera consistente nel latte materno e si è pensato quindi di integrare con omega-3 ed omega 6 i latti artificiali per i bambini che non dispongono del latte della mamma. Diversi studi hanno cercato di dimostrare che tale supplementazione aveva effetti benefici sulla funzione visiva e sullo sviluppo neurologico e cognitivo. La valutazione critica di tali studi ha portato però alla conclusione che al momento non esistono evidenze a supporto di un reale e significativo beneficio (1).

E si è ipotizzato anche un effetto sul comportamento (addirittura nel bambino iperattivo) (2) e sulle prestazioni cognitive (concentrazione, memoria…) (3-4). Gli studi però che propongono queste ipotesi (pochi) non arrivano a conclusioni certe, tanto che spesso chiudono dicendo che sono necessari altri studi più approfonditi e più importanti.

Io ritengo sarà estremamente difficile dimostrare e quantificare un effetto positivo significativo su funzioni come il controllo, l’attenzione, il rendimento scolastico. Si tratta di capacità estremamente complesse nelle quali sicuramente le componenti relazionale, motivazionale, emotiva hanno un ruolo assolutamente determinante e prevalente. Penso comunque che una dieta che contenga in maniera consistente acidi grassi poliinsaturi sia sicuramente da consigliare per evitare situazioni carenziali e per ridurre l’introduzione eccessiva di altri grassi sicuramente nocivi. Non credo ci siano però al momento indicazioni all’utilizzo di farmaci o prodotti contenenti alte dosi (addizionate) di omega-3, per motivi preventivi o terapeutici in bambini che abbiano una dieta equilibrata.

1. Alfarano A., Cama E., Foti M., Lia M.C., De Caro G.: I latti sono tutti uguali?.

Quaderni ACP 2005; 12(6): 265-269

2. Hirayama S., Hamazaki T., Terasawa K.: Effect of docosahexaenoic acid-containing food administration on symptoms of attention-deficit/hyperactivity disorder – a placebo-controlled double-blind study.

Eur J Clin Nutr. 2004 Mar;58(3):467-73.

3. Portwood MM: The role of dietary fatty acids in children’s behaviour and learning.

Nutr Health. 2006;18(3):233-47

4. Mazza M., Pomponi M, Janiri L., Bria P., Mazza S.: Omega-3 fatty acids and antioxidants in neurological and psychiatric diseases: an overview.

Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry. 2007 Jan 30;31(1):12-26. Epub 2006 Aug 28.

Dr Franco Raimo

(Presidente Associazione per la Promozione della Cultura Pediatrica, Verona)

Nota redazionale

Nella fibrosi cistica sappiamo esservi frequentemente carenza di acidi grassi essenziali, sia per ragioni di difetto di assorbimento intestinale sia per ragioni metaboliche ancora poco conosciute e forse legate al difetto di base della malattia. Tuttavia, tentativi di supplementare l’alimentazione con alte dosi di acidi grassi essenziali non hanno sinora sortito effetti clinici significativi. E comunque viene raccomandata l’assunzione quotidiana di una buona quota di acidi grassi essenziali polinsaturi, ad esempio sotto forma di olio di girasole o di mais. In tale carenza di acidi grassi essenziali merita sottolineare il particolare squilibrio esistente tra acidi grassi omega-3 e omega-6. In particolare, i livelli ematici e la concentrazione nei tessuti di acido linoleico e acido docosaesaenoico (DHA), che sono omega-3, sono sproporzionatamente bassi rispetto all’acido arachidonico, che è un omega-6. Le conseguenze di questo squilibrio non sono ben chiare ma sembrerebbero legate all’azione facilitante l’infiammazione dell’acido arachidonico (5). Un incremento dei livelli di omega-3, ed in particolare di DHA, potrebbe ridurre la tendenza infiammatoria tipica di questa malattia, ma ancora non vi sono dimostrazioni conclusive su questo (6, 7). Non abbiamo invece evidenza che la supplementazione alimentare in acidi grassi omega-3 nella fibrosi cistica possa avere benefici effetti su tratti del comportamento nelle persone con fibrosi cistica ed in particolare sulle loro attitudini alla concentrazione e all’apprendimento. Sui tentativi di trattare i pazienti CF con DHA si vedano le risposte a due domande su questo sito: 18.02.05 Aladin DHA 1000 e infiammazione polmonare; 12.12.05 Acidi grassi omega-3 nella fibrosi cistica

G. M.

5. Panchaud A, et al. Biological effects of a dietary omega-3 polyunsaturated fatty acids supplementation in cystic fibrosis patients: a randomized, crossover placebo-controlled trial. Clin Nutr. 2006;25:418-27

6. Beckles Wilson N, et al. Omega-3 fatty acids (from fish oils) for cystic fibrosis. Cochrane Database Syst Rev. 2002;(3):CD002201

7. Cawood AL, et al. Is there a case for n-3 fatty acid supplementation in cystic fibrosis? Curr Opin Clin Nutr Metab Care. 2005;8:153-9


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