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13 Maggio 2013

Acido ursodesossicolico (UDCA) nella malattia epatica in fibrosi cistica

Autore: Susanna
Argomenti: Fegato
Domanda

Buongiorno gentile Fondazione, vorrei sottoporvi una domanda a proposito della somministrazione in FC dell’acido ursodesossicolico. Mia figlia FC di 4 anni, da circa un anno e mezzo assume Ursobil poichè dagli esami del sangue i paramentri epatici risultavano molto alterati e dall’eco addome il fegato appariva lievemente steatosico. La bambina ne assume 8 ml al giorno (come da indicazione del centro) in un’ unica somministrazione la sera subito dopo cena. Dopo qualche mese dall’inizio della terapia le sono stati controllati di nuovo i parametri epatici che, anche se diminuiti, risultavano ancora alterati. Fra qualche mese avremo di nuovo il dh con il controllo generale ed esami del sangue, e naturalmente speriamo che sia tutto totalmente rientrato. Nel frattempo, in questi giorni mi sono trovata a confrontarmi con altri genitori proprio sulla somministrazione dell’Ursobil ed ho trovato indicazioni di somministrazione da parte dei centri di riferimento discordanti. Nella maggior parte dei casi viene suddivisa la dose in 2 o addirittura 3 somminisrazioni a cavallo dei pasti principali poichè la funzione di protezione del fegato sarebbe migliore (così mi spiegano gli altri genitori); in altri casi è stato dato per migliorare la digestione (in questo caso gli esami epatici sono nella norma) e l’assorbimento, poichè tali soggetti non aumentavano di peso nonostante fossero alla massima dose consigliata di enzimi pancreatici e l’alvo fosse molto attivo (3/4 volte al giorno). Per i motivi sopra citati mi chiedevo quale fosse anche il ruolo del farmaco nella digestione e miglioramento dell’assorbimento e quale sia la migliore modalità di assunzione (1 volta al giorno o più volte, durante il pasto, prima o dopo?). Inoltre, secondo voi il fatto che io dia a mia figlia tutta la dose da 8 ml un’ unica volta al giorno può aver contribuito alla non normalizzazione dei parametri epatici, perchè non ottimale come strategia di somministrazione del farmaco?

Risposta

In effetti la non completa normalizzazione dei parametri epatici della sua bambina può essere dovuta a diversi fattori:

1. L’acido ursodesossicolico è un acido biliare fornito di proprietà coleretiche (cioè stimolanti la secrezione della bile) e idrofiliche (cioè non tossiche nei riguardi delle cellule epatiche), che è risultato efficace nel ridurre o addirittura normalizzare i test di funzionalità epatica nei pazienti con la forma tipica di epatopatia associata a Fibrosi Cistica. Questa è dovuta, analogamente a quanto avviene a livello polmonare e pancreatico, alla produzione di secrezioni biliari particolarmente ispessite, che occludono i piccoli dotti biliari, causando infiammazione e danno epatico, che può essere progressivo. In questi casi, infatti, la cirrosi è inizialmente focale (singoli focolai sparsi), ma può (in un numero limitato di casi) progredire a una forma di cirrosi diffusa (detta multilobulare), potenzialmente capace di dar luogo a complicanze.

L’acido ursodesossicolico non è invece efficace nei pazienti con steatosi epatica (fegato grasso), che nella Fibrosi Cistica è in genere dovuta a malnutrizione o a deficit di alcune sostanze nutritive (per esempio gli acidi grassi essenziali) o addirittura al difetto di base della malattia. Per questo motivo il trattamento va prescritto solo dopo aver accuratamente valutato il tipo di danno epatico presente, eseguendo non solo gli esami ematochimici, ma anche l’ecografia epatica, che permette di differenziare le due forme.

2. La dose di acido ursodesossicolico che è risultata in grado di indurre la migliore risposta sugli enzimi epatici nei pazienti con Fibrosi Cistica è più alta (circa doppia) rispetto a quella utilizzata in altre malattie epatiche nelle quali viene utilizzato questo tipo di trattamento. Nella Fibrosi Cistica è infatti spesso presente anche un malassorbimento di acidi biliari, e quindi anche l’acido ursodesossicolico non viene assorbito in modo ottimale a livello intestinale.

Bisogna quindi verificare se la dose prescritta nel caso della domanda sia adeguata.

3. Per quanto riguarda il numero di dosi giornaliere di acido ursodesossicolico, è consigliabile frazionare la dose in 3 somministrazioni, con i pasti (prima o dopo), proprio per favorirne al massimo l’assorbimento intestinale.

4. Infine, per quanto riguarda l’uso dell’acido ursodesossicolico per migliorare la digestione e l’assorbimento dei grassi, non vi è nessuna indicazione. Infatti l’acido ursodesossicolico è molto meno efficiente degli acidi biliari colico e chenodesossicolico (detti acidi biliari primari) nel formare le cosiddette “micelle” (aggregazioni di acidi biliari e fosfolipidi) che servono per solubilizzare i grassi (emulsione), rendendoli quindi assorbibili dalla mucosa intestinale. Sono allo studio nuovi acidi biliari che potrebbero in futuro essere utilizzati a questo scopo.

Prof. Carla Colombo, Direttrice Centro Regionale Lombardo Fibrosi Cistica, Clinica Pediatrica “De Marchi”, Milano


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