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31 Gennaio 2006

Andare in America con la fibrosi cistica

Autore: Cristiano
Domanda

Salve, mi chiamo Cristiano, ho 25 anni e sono affetto da fibrosi cistica, fortunatamente sto abbastanza bene. Vi volevo fare una domanda, poichè dovrò andare in America per un mese: “Oltre all’assicurazione medica normale, devo fare qualche tessera particolare valida per gli USA? E’ legale portare le proprie medicine là?…Questo, in caso dovessi appoggiarmi a qualche ospedale per urgenza”. Spero di avere una risposta in merito. Grazie mille per avermi letto!

Risposta

Dato che gli USA non appartengono all’Unione Europea (dove è possibile accedere gratuitamente a prestazioni ospedaliere attraverso l’esibizione del modulo E111 o E 112, rilasciati, su richiesta dell’utente, dal proprio Distretto ASL, o attraverso le nuove tessere TEAM) e che tra il Governo italiano e quello statunitense non sono mai stati stipulati accordi bilaterali in merito all’assistenza sanitaria, per il cittadino italiano che si rechi negli USA per motivi di turismo o lavoro non esiste alcuna tutela economica di tipo sanitario, se non il ricorso ad assicurazioni mediche private (spesso implicite nei contratti di lavoro o proposte con i “pacchetti viaggio” dalle agenzie turistiche stesse). Prima di partire è bene controllare in maniera attenta quanto contemplato nel contratto di assicurazione: alcuni, infatti, non prevedono rimborsi per spese mediche relative a cure necessarie per patologie pregresse (come nel caso della fibrosi cistica già diagnosticata). In questo caso è opportuno richiedere esplicitamente forme assicurative che tengano conto della patologia, sostenendo le spese aumentate della polizza.

E’ assolutamente possibile portare con sè farmaci e/o strumenti terapeutici (aerosol, sistema medipep o altro). Al fine di oltrepassare in maniera più agevole i controlli previsti negli aeroporti, si rivela un’ idea saggia documentare, attraverso certificato medico rilasciato dal proprio Centro (magari in lingua inglese), la diagnosi ed il fabbisogno terapeutico, sia sul piano farmacologico che fisioterapico.

Patrizia Bortolameazzi (Assistente Sociale, Centro FC Verona)


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