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1 Febbraio 2005

Aspirante infermiera vuol sapere

Autore: Lucia
Argomenti: Assistenza sociale
Domanda

Sono una giovane aspirante infermiera: ho da poco saputo, purtroppo, dell’esistenza di questa malattia e vorrei sapere il ruolo che mi “compete” se dovessi assistere un paziente del genere!Scusate, ma io ignoravo tutto ciò e ora vorrei sapere tutto ciò che posso fare per aiutare un paziente fibro cistico!Grazie

Risposta

L’assistenza infermieristica ad una persona che presenta una patologia come la fibrosi cistica si declina attraverso una lunga serie di interventi orientati non ad un singolo problema ma alla complessità clinica che la malattia il più spesso comporta. Tale complessità deriva anche dal fatto che la malattia evolve nel tempo e quindi il quadro clinico può nel tempo variare notevolmente.

In questi ultimi anni la formazione infermieristica di base ha puntato molto sul concetto di “presa in carico” della persona assistita: ciò significa occuparsi del paziente sotto vari aspetti, non solo clinici ma anche psico-sociali e di supporto alla gestione delle cure nella vita quotidiana; significa anche occuparsi in qualche misura del nucleo famigliare di appartenenza. Questo concetto è particolarmente pertinente all’assistenza di persone con patologia cronica, poiché nel corso degli anni il disagio causato dalla malattia coinvolge in genere sempre di più il malato ma anche le persone che gli stanno accanto.

L’infermiere è l’operatore sanitario che, in ambito ospedaliero ma in certa misura anche al domicilio del malato, garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche, pianifica i processi assistenziali infermieristici che gli competono, li applica e ne verifica, con appropriati criteri di valutazione, i risultati. Poiché vi è necessità di trattamenti terapeutici giornalieri, il grosso investimento infermieristico è legato in modo particolare all’informazione, all’istruzione e all’addestramento del malato e dei suoi famigliari per quanto concerne l'”autocura” a casa propria.

La capacità di relazione, comunicazione, interazione con le persone assistite diventa cardine portante del processo assistenziale, dato che vi è necessità continua di ascoltare, cogliere i bisogni personali, supportare nei momenti difficili, rimotivare, stimolare nei confronti di persone che possono anche stancarsi di continue cure e trattamenti, che alla lunga influiscono sullo stile di vita.

Silvana Ballarin (Caposala del Centro FC di Verona)


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