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13 Luglio 2009

Attività fisica nel bambino della scuola materna

Autore: Silvia
Domanda

Sono la mamma di un bambino di tre anni con mutazione L206W di origine materna e 3659delC di origine paterna con diagnosi di fibrosi cistica in forma atipica. Fa regolarmente la PEP e i controlli periodici all’ospedale Meyer. Sento parlare spesso di attività fisica ma per un bambino così piccolo cosa si può fare, tenuto conto che iniziando la scuola materna è presumibile che si ammali spesso come tutti i bambini piccoli? Finora ha goduto di ottima salute.

 

Risposta

La tematica dell’attività fisica è stata ripetutamente affrontata su questo sito. Si veda ad esempio la domanda-risposta del 20.03.07 (Attività fisica in fibrosi cistica) o il commento in “Progressi di Ricerca” del 16.01.06 (Attività fisica quotidiana ed andamento della funzionalità respiratoria in FC: differenze tra maschi e femmine). Le raccomandazioni all’attività fisica non riguardano però solo l’adolescente o l’adulto ma si riferiscono ad ogni età della vita a cominciare dai primi giorni di vita. Si tratta di favorire già nel bambino piccolo attitudine al movimento, all’uso pieno e libero del proprio corpo, in casa e fuori casa, da solo o in compagnia, anche quando qualche piccola infezione respiratoria ne può limitare l’accesso alla scuola materna: è un investimento comunque che tornerà molto utile anche per le età successive. Non ci sono schemi sul da farsi ma c’è una concezione dello stile di vita per cui non ci sono paure di sudare, di stare all’aria aperta, di cimentarsi con gli ostacoli, di esercitare nel libero gioco tutte le risorse fisiche e non solo fisiche. Tutto ciò costituisce supporto a maturare le difese, a sviluppare adeguatamente l’apparato cardiorespiratorio ed a favorire una più efficace rimozione delle secrezioni nell’albero respiratorio.

Trascriviamo una nota redazionale pubblicata in calce alla risposta sulla fisioterapia respiratoria nel bambino piccolo del 04.07.08 (Fisioterapia-riabilitazione respiratoria nel bambino con fibrosi cistica): ” In coerenza con i principi enunciati in premessa nella risposta del Dr Braggion, ci sentiamo di aggiungere che sarà fondamentale nella strategia di educazione e supporto al bambino che cresce, favorire lo sviluppo di tutte le attitudini motorie e psicomotorie del soggetto: la libertà di movimento, gli stimoli al movimento, all’uso armonico di tutto il corpo, al contatto con le persone e con l’ambiente, con la natura, contenendo le paure dell’esposizione all’ambiente esterno ed al variare delle condizioni climatiche. Tutto ciò non può non influire sull’efficienza delle funzioni respiratorie, incluse quelle di rimozione delle secrezioni e di difesa dalle infezioni”.

 

G.M.


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